Don Bianchi usa pure la Carrà per istigare all'intolleranza


Non conosce sosta la campagna anti-gay condotta da don Mirco Bianchi, parroco sovranista di Gatteo a Mare.
Attingendo al più becero populismo, lamenta che non si tolleri l'ingerenza vaticana nelle leggi italiane, mettendo sullo stesso piano i membri di un'Unione che chiedono il rispetto dei diritti costituzionali firmati in sede costituente dall'Ungheria:



Il parroco non si è astenuto neppure dall'inveire contro Vladimir Luxuria, sostenendo che l'omaggio da parte dei fan gay di Raffaella Carrà debba essere ritenuta un'offesa:



Vi risparmiamo la lunga lista di insulti, offese e imprecazioni aizzare dal parroco, ma pare comunque buffo accusino i gay di aver imposto quel simbolo, manco parlassero di quei preti che impongono le croci nei cimiteri anche a chi non è credente.
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