Pesaro: è stato picchiato picchiato perché gay, ma il giudice non accoglie l'aggravante omofoba
Con buona pace per Pillon e il suo dire che non servano leggi che concedano discrezionalità ai giudici nell'ammettere il riconoscimento delle aggravanti omofobiche dinnanzi dei crimini compiuti in virtù dell'orientamento sessuale delle vittime, da Pesaro giunge una storia che testimonia perché serva una legge che imponga il riconoscimento della matrice d'odio di certi reati.
Nel procedimento contro i tre responsabili del pestaggio omofobo avvenuto a Pesaro il 13 novembre 2019, il giudice ha ritenuto inutile introdurre l’aggravante di omofobia e non ha permesso adArcigay, Anpi e Gens Nova di costituirsi parte civile.
L’accusa per il gruppo era di lesioni personali aggravate dal “motivo abietto della discriminazione sessuale” e atti persecutori, ma il giudice dice che a lui non interessa il movente d'odio, nonostante i tre aggressori hanno pestato a sangue il ragazzo dicendogli: «Brutto gay. Qui non puoi stare in questo locale. Vattene via o ti ammazzo».
Arcigay Agorà Pesaro-Urbino, non ammessa come parte civile, parla di «delusione riguardo la decisione del Tribunale di Pesaro di non riconoscere l’aggravante omofobica nel reato commesso contro un proprio iscritto, studente a Urbino, attaccato verbalmente e fisicamente nei pressi della discoteca Il Colosseo di Montecchio. È evidente dagli atti che gli aggressori non conoscevano la vittima, che hanno attaccato solo perché riconosciuta come gay. Come è possibile non vedere l’aggravante di omofobia qui? È stata persino respinta la nostra richiesta, assieme a quelle di Anpi e Gens Nova, di costituzione di parte civile. Il giudice non riconosce quale danno materiale avremmo subito. Partiamo dal presupposto che il danno lo si dimostra in corso di processo e non prima. Ribadiamo che se si attacca una persona perché fa parte di una minoranza, in questo caso quella LGBT+, proprio perché fa parte di suddetta minoranza, l’attacco non è solo personale ma riguarda la comunità LGBT+ tutta, dunque pure noi di Arcigay».