Pillon: «Molti giovani si dichiarano gay per moda. Se le persone trans vogliono lavorare, rispettino il dress code»


Il senatore Simone Pillon insiste nel proporre teorie surreali che mostrano un serio problema culturale derivante dall'invasione populista delle istituzioni.
Nel corso di un'intervista a Klaus davi, si è detto convinto che «molti adolescenti si dichiarano gay per moda» e che un genitore «può anche esprimere il proprio dissenso in relazione a determinate scelte». La fantomatica "scelta in questione sarebbe l'essere gay.
Contro le donne trans, si è messo a parlare di "rispetto del dress coide", asserendo che «in Parlamento c’è un regolamento per il quale i maschietti devono presentarsi con la giacca e in Senato è previsto addirittura l’obbligo della cravatta. Quindi per certi contesti lavorativi il rispetto del dress code deve valere per tutti. Non ci deve essere uno special dress code per le persone transessuali». E qui si fatica a capire di che cosa diamone stia parlando, ammesso non voglia sostenere che le donne transessuali dovrebbero mettersi giacca e cravatta.
Sull’ingerenza del Vaticano, Pillon dice che «si dovrebbe essere contenti: per la prima volta c’è stata una nota ufficiale anziché il sussurro del monsignore». Contro i figli delle coppie omosessuali, asserisce che «non esistono, a meno di non ricorrere alla barbarie e alla schiavitù dell’utero in affitto». Il che non è vero, datoche lui si è opposto anche a chi ha adottato dei figli con le stesse modalità con cui Gandolfini ha creato la sua famiglia.
Sui gay nella Lega, assicura che «Ci sono degli omosessuali, ma non c’è una componente gay ideologica». Ed infatti i gay della Lega dicono di non volere famiglia, di non volere figli e di non fare mai sesso.
Pillon ha infine sostenuto che alcuni gay gli avrebbero fatto avance sessuali. Vabbhe...
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