Adinolfi insulta Luxuria e promette odio in cambio di voti


Ormai è chiaro: Mario Adinolfi ha stabilito che la sua campagna elettorale sarà incentrata sull'insulto e sulla promozione dell'odio.
Oggi il suo astio quotidiano è stato riservato a Vladimir Luxuria, ossia a quella donna che i membri del suo partirono si divertono a definire al maschile per ostentare il loro essere transfobici e contrari al rispetto il rispetto. Si inventa così che Luxuria lo temerebbe perché critica verso l'ultra-destra populista in cui lui è confluito, fantasticando su una fantomatica rilevanza politica che dice di interpretare dalle parole di chi vede un pericolo nel fatto che certe destre suano disposte di accettare in coalizione partiti fondati unicamente sull'odio.
Siamo praticamente davanti al talebano che prova eccitazione nel vedere che c'è chi si accalca all'aeroporto di Kabul perché teme per la propria vita. E dato che il soldo è il vero dio dei destrosi, si inventa pure che Luxuria penserebbe ai fondi del più antico festival torinese. Peccato che a dirlo sia quel tizio che, giusto ieri, spiegava di vole vietare l'aborto solamente perché lui teme che non siano prodotti sufficienti bambini per pagargli la pensione.



Adinolfi chiede così di voti in cambio di intolleranza, con i suoi proseliti che si augurano possa danneggiare la vita dei gay, possa far del male alle loro famiglie e possa garantire impunità a chi li aggredisce per strada. Ovviamente si divertono a insultare Luxuria, facendo vedere all'uomo dalle due mogli che nel suo nome trovano divertente dire che Luxuria sarebbe un uomo:













Da notare è come citino la propaganda neofascista, sostenendo che l'odio debba essere ritenuto lecito se lo si spaccia per una fantomatica "verità" davanti alle regole dei social che sospendono chi incita intolleranza.
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