Quante bugie nell'indecente campagna di Provita contro le persone trans


Il movimento trans non ne può più delle continue molestie e delle campagne transfobica con cui l'organizzazione forzanovista di Toni Brandi e di Jacopo Coghe cerca di minacciare le loro vite.
L'ultima porcheria partorita dalla loro Provita Onlus è un manifesto ispirato alla propaganda della solita Silvana De Mari, dove l'organizzazione pubblica l'immagine di un pugile muscoloso scrivendo: "2 metri, 95 kg. Combatte contro le donne perché si sente donna. Vuoi che lo sport femminile finisca così? Diciamo no al DDL Zan".
Insomma, loro sarebbero transfobici per amore di quelle donne a cui vorrebbero togliere ogni diritto di scelta. E pazienza se il ddl Zan non parla di sport e non ha nessun nesso con i regolamenti sportivi: loro devono tentare di far credere ai loro seguaci che la mancata discriminazione altrui toglierà qualcosa a loro (un po' come fa Salvini quando si inventa che i migranti ci tolgano posti di lavoro quando in realtà nessun italiano è disposto ad andare nei campi a raccogliere la verdura).
Irridono pure l'identità di genere, ripetendo quel loro mantra sul fatto che le donne trans "si sentirebbero" tali ma non lo sarebbero in quel populismo che parla all'ignoranza della gente, confidando che il trolglodita medio non potrà mai capire ciò che non è espressione dei suoi pruriti sessuali. Ed ovviamente non parlano degli uomini trans che gareggiano con gli uomini, così conenon parlano di come i regolamenti sportivi fissino i livelli di testosterone dato che la verità farebbe cadere il loro castello di menzogne.

Il MIT, Movimento Identità Trans, commenta:

Siamo stanchə di dover sempre fronteggiare il bigottismo, la disinforzione e la violenza che i pro vita portano avanti da anni. Continuano a diffondere notizie false o, come in questo caso, presentare la realtà in maniera caricaturale, per confondere lə cittadinə e creare il terrore delle persone considerate minoranze con il preciso scopo di aumentare l'odio (che già subiamo costantemente) nei confronti della comunità LGBTQIA+. La religione nel loro caso diventa un mero pretesto per inasprire tale odio nei confronti della nostra comunità, e contrastare l'autodeterminazione delle persone gestanti cercando di rendere inaccessibile l'aborto.
Non possiamo più accettarlo. Bisogna SMETTERE di concedere ai PROVITA spazi per diffondere NOTIZIE FALSE, come hanno già fatto in passato per questioni come: ABORTO, FAMIGLIE OMOGENITORIALI, DDLZAN! Non faremo un passo indietro.

E davanti ad una campagna tanto aberrante, schifosa, indecente, priva di morale e degradante per chi l'ha realizzata o per chi ha messo quella schifezza sui propri automezzi, come si può dare torto al MIT?
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