Tempi e don Mirco Bianchi insultano Gino Strada


È il solito don Mirco Bianchi, parroco sovranista di Gatteo a Mare, a rilanciare un articolo intriso d'odio con cui il solito sito ciellino Tempi insulta Gino Strada:



Peccato sia una fortuna che Gino Strada non fosse come Madre Teresa dato che è emerso che la suora infliggesse atroci sofferenze ai malati per raccogliere fondi con cui aumentare il potere politico del suo ordine. E lei andò a farsi curare in una clinica privata, mica dal suo ordine.

In un articolo non firmato, ma sctitto in prima persona, il sito ciellino scrive:

Le reazioni e i commenti che si sono letti in queste ore in ambito cattolico (non tutto, Deo gratias) alla morte di Gino Strada, offrono l’ennesima conferma di quanto grande sia la confusione e di come il cattolicesimo in generale stia (mal)messo.

Iniziano poi a dire che le sue idee politiche fossero «alquanto discutibili» in quanto non di destra come le loro, lanciandosi poi nello scrivere:

Ciò che qui interessa stigmatizzare è l'atteggiamento di quanti, in ambito cattolico, si sono sperticati in elogi e ricordi celebrativi di Gino Strada per la sua instancabile opera a servizio dei più poveri, degli ultimi, dei più bisognosi, quasi come se Strada abbia incarnato, pur muovendo da una posizione atea, più e meglio di tanti che si definiscono tali solo a chiacchiere le virtù del cristianesimo. Queste essendo, ovviamente secondo tale prospettiva, la lotta contro ogni ingiustizia e il mettersi sempre e comunque dalla parte dei poveri.
Posizione legittima, intendiamoci. Che tuttavia, piccolo particolare, non ha nulla a che vedere col Vangelo.

La loro tesi è che chi fa il bene perché crede nel bene varrebbe meno di chi fa azioni buone solo sperando che servano a conquistarsi il paradiso, ossia con un tornaconto personale:

Ed è esattamente questo il punto che fa emergere la miopia di quanti, muovendo da una posizione cattolica, hanno inteso proporre Gino Strada come fulgido esempio di un cristianesimo senza Cristo, valido tanto quanto (o forse di più, con un di più dato da quella coerenza troppo spesso assente in tanti cattolici di facciata) il cristianesimo dei santi.

Si arriva a sostenere che Dio voglia diseguaglianza sociale:

L'errore di fondo di quei cattolici che oggi si sperticano in elogi e incensazioni nei confronti di Gino Strada tanto quanto lo facevano ieri per altri, consiste nell'assumerne la stessa prospettiva – ripeto oggi di Strada, ieri e domani di altri – ossia quella secondo cui la storia deve essere emendata; che non è giusto che esistano disparità e diseguaglianze (e dire che non c'è cosa più ingiusta dell'eguaglianza); che si debba porre riparo e rimedio alle tante, troppe storture e brutture di questo mondo; che si debba opporre resistenza e combattere la sofferenza e il male, in tutte le forme esso si manifesti.
Eppure, san Paolo dice chiaramente “noi predichiamo Cristo e Cristo crocifisso”. Per poi aggiungere: “scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani”. Ora se effettivamente per un ateo, qual era Strada, la croce era motivo di scandalo al punto da indurlo a dare vita a Emergency per curare e dare sollievo a quante più vite possibili (opera rispetto alla quale, lo ripeterò all'infinito, va tutto il mio plauso), è evidente che se la croce scandalizza allo stesso modo anche chi vive in un'ottica di fede, beh la cosa cambia. E parecchio, anche.

Da qui, passano a spiegare che il "cristiano" debba essere egoista e menefreghista:

L'attitudine propria del cristiano non è quella di recriminare né di ergersi a giudice della storia, ma di convertirsi (auspicabilmente e primariamente al Regno di Dio). È, insomma, importante rimettere le cose nella giusta scala di valori e priorità: prima il Cielo, poi la terra.

Ma sono certi che Gesù invitasse al menefreghismo?
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