Tempi insulta la commissaria del Consiglio d’Europa che difende i diritti dei gay


Il sito ciellino Tempi è quasi comico mentre si arrabbia perché c'è chi legge le leggi al posto di credere alle falsificazioni create dalla propaganda di estrema destra. E dato che loro amano molto diffamare chi osa mettere in dubbio la loro rivisitazione ideologica dei fatti, se ne escono pubblicando:



E già, perché ad aver capito tutto sarebbero quei fondamentalisti che da mesi ripetono che i crimini d'odio sarebbero "libertà di opinione". Come no?

Il giornaletto omofobo esordisce lamentandosi di cone l'Europa osi tutelare le vittime della loro propaganda:

Il Consiglio d’Europa ha messo l’Italia nella lista dei cattivi. In un lungo e prolisso comunicato in occasione del World Pride 2021, che si terrà sabato a Copenaghen, la commissaria per i diritti umani Dunja Mijatovic lamenta che «sempre più paesi europei, politici e funzionari pubblici prendono di mira senza vergogna lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali (Lgbti)». Dietro la lavagna è finita pure l’Italia.

Iniziano poi a giurare che in Italia non esisterebbe alcuna omofobia, ripetendo la solita litania dei dati Oscad. E pazienza se l'Oscad abbia ripetutamente chiarito che quei dati non sono attendibili perché l'assenza di una legge che definisca l'omofobia rende impossibile classificare quei reati, loro ripetono sempre la stessa bugia ben sapendo che, a furia di sentirla, la gente inizierà a pensare che sia vero.

Ed è così che scrivono:

Ma dov'è tutto questo odio? Com'è possibile che anche il nostro paese sia finito tra quelli che non rispettano i diritti delle persone Lgbt e anzi le prendono di mira? Stando ai dati ufficiali dell'Oscad, l'Osservatorio del ministero dell'interno in cui affluiscono i dati di polizia e carabinieri, in Italia non c’è alcun allarme omofobia. Tra il 2011 e il 2019 sono stati segnalati appena 316 casi. Come notava Libero, «le sole profanazioni di tombe per odio razziale e religioso, in Italia, risultano essere quattro volte di più (146 all'anno)». Non solo, dal 2013 al 2020 «ci sono state 126.513 denunce e chiamate ai vari centri antiviolenza italiani: l'89 per cento riguardava donne, il 10 per cento uomini e l'1 per cento casi di omotransfobia».

Ah, ecco. Dicono che se Libero non vede omofobia, vuol dire che l'omofobia non esiste. Poi pazienza se praticamente non passa giorno senza che alcune persone vengano aggredite per il loro orientamento sessuale.

A quel punto tornano ad insultare l'Europa, raccontando che per loro la discriminazione non sarebbe tale:

Ma per la commissaria del Consiglio d’Europa, basta poco per discriminare le persone Lgbt: chi non approva i matrimoni gay e le adozioni per le coppie omosessuali è già da cartellino rosso. E chi ha una visione «tradizionale della famiglia» è bollato da Mijatovic come appartenente ai «potenti movimenti anti-gender».

Anche i nazisti dicevano di voler "solo" difendere la famiglia tradizionale ariana. Ed è sempre sputando sull'Europa che aggiungono:

Il Consiglio d’Europa vuole il ddl Zan. Se i termini della questione sono questi, si capisce perché anche l’Italia è finita nell'elenco dei paesi discriminatori e perché il nostro paese si è meritato questo lungo passaggio del comunicato, riguardante ovviamente il ddl Zan: «Per esempio, in Italia una legge che garantisce che l'orientamento sessuale e l'identità di genere siano menzionati insieme ad altre motivazioni in una legge che proibisce l'incitamento all'odio e i crimini d’odio, è bloccata da mesi. Chi si oppone argomenta che questa mossa minaccia la libertà di espressione e la libertà di pensiero. Ma, come chiaramente stabilito dalla Corte europea dei diritti umani, l'incitamento all'odio contro le persone Lgbti non è protetto dalla libertà di espressione, così come non è protetto dalla libertà di pensiero».
Tre ragioni per opporsi al ddl Zan
Dunja Mijatovic ha scoperto l'acqua calda, ma farebbe bene a leggere il testo della legge prima di lanciare reprimende e sferrare accuse. Il problema del ddl Zan, come abbiamo ripetuto allo sfinimento, soprattutto qui e qui, non riguarda il fatto che punisca insulti e aggressioni contro omosessuali e transessuali (per quanto questi reati siano già sanzionati dal codice penale).

Insomma, a Tempi non sanno che per introdurre aggravanti serve che esista un reato, dato che sono delinquenti gli omofobi che loro difendono. E risultano insopportabili i toni saccenti con cui ripetono la loro propaganda:

Il ddl Zan, repetita iuvant, è problematico soprattutto per tre motivi: a) l'articolo 1 sull'identità di genere, come notato dal docente di Bioetica presso l'Istituto superiore di Scienze religiose di Milano, Alberto Frigerio, «è funzionale a veicolare la visione antropologica promossa dalla gender theory, che denaturalizza la sessualità umana e la riduce a mera costruzione culturale, sostenendo che il dato biologico non avrebbe nulla a che fare con ciò che ci si sente di essere, si prova e si fa»;
b) gli articoli 2, 3 e 4 non tutelano chi esprime giudizi sul genere e sull'orientamento sessuale per motivi metafisici e morali, anziché per motivi d’odio. Anzi, dà in pasto queste persone all'arbitrarietà dei giudici;
c) l'articolo 7 introduce l'obbligo per le scuole di celebrare la Giornata nazionale contro l'omolesbobitransfobia, a prescindere dal consenso dei genitori (che invece è richiesto per la partecipazione all'ora di religione). Così facendo, il legislatore sancisce il primato dello Stato sulla famiglia e sulla società nell'educazione dei figli, come un perfetto Stato etico. Oltretutto, non escludendo dall'obbligo le scuole cattoliche viola un trattato internazionale, cioè il Concordato con la Chiesa cattolica.

Non è che ripetendo la loro propaganda cambi qualcosa: l'odio non è opinione e il fatto che loro vogliano dire che a loro i gay fanno schifo non li legittima di certo ad incoraggiare odio. Glielo ha spiegato pure l'Europa, ma questi non vogliono capire.

Iniziano così ad insultare e diffamare chiunque osi contestare la loro spregiudicata omofobia, dispensando mistificazioni da denuncia penale:

Mijatovic legga le leggi prima di criticare. La commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, ovviamente, non ha neanche letto il testo della legge. Ma se l'avesse fatto, avrebbe capito perché tanti politici ed esponenti della società civile, anche progressisti, anche appartenenti al mondo Lgbt, hanno criticato la legge rendendo più facile il compito dei partiti di centrodestra e non solo di fermarla in Parlamento. Ma forse per Mijatovic anche la democrazia è un crimine e discrimina le persone Lgbt.

Cioè, i diritti dei gay non varrebbero perché le persone convocate in Senato da Pillon sono state selezionate per la loro omofobia e vengono usate per attribuire fantasiose teorie a gruppi che non sono certo rappresentati da loro? E l'Europa dovrebbe tacere mentre la vita di migliaia di persone viene danneggiata dal loro pregiudizio? E se loro giurano di vedere un "obbligo" ai corsi di educazione al rispetto, avranno letto il ddl Zan? Perché in quella legge non c'è alcun obbligo, come saprebbe chiunque l'abbia letto...
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