Adinolfi scomoda pure Pasolini per inneggiare alle leggi texane che impongono l'obbligo al parto


Ma che c'entra? È questa la prima domanda che viene da porsi davanti ad un Mario Adinolfi che tuta in ballo Pasolini per inneggiare ai texani che vanno in giro armati, hanno la pena di morte ma impongono alle vittime di stupro l'obbligo di concepire il frutto della violenza:



Il senso di citare un personaggio di 46 anni fa è surreale, ancor più se a farlo è un tale che nel 1975 non avrebbe certo potuto presentare la sua seconda moglie dicendo di essersi sposato con lei in un casinò di Las Vegas. E pare anche molto scorretto il voler attribuire pensieri a personaggi ormai morti senza sapere come l'avrebbero pensata oggi.
A questo punto, perché non citare gli uomini del neolitico se si pensa che il progresso non esista e che la mentalità debba restare immutabile? La regina Vittoria faceva rivestire di veli anche le gambe dei tavoli per non indurre pensieri lascivi. Dunque che facciamo? Arrestano per atti osceni gli organizzatori dei banchetti adinolfiniani perché non hanno ricoperto i loro tavoli?

E dato che il fondamentalista ama citare sempre le sue figlie, ci faccia capire? Il suo sogno da papà è che la leggi calpesti le loro scelte? Sogna che qualunque cosa vorranno, sarà il loro padre-padrone a decidere dei loro corpi attraverso leggi che le puniranno se non obbediranno al suo volere? Oppure, come nel caso del suo divorzio, anche in quel caso i suoi dogmi vorrebbero solo se imposti agli altri?
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