Adinolfi si arrabbia perché CL non lo considera il leader dei cattolici: «Chi va a messa deve votarmi»


Mario Adinolfi pare davvero insopportabile. Da giorno ripete ossessivamente che lui si autopercepisce come "cattolico" e dunque rdigr di essere ritenuto tale nonostante l'evidenza suggerisca che non esista partito meno cattolico del suo. Al massimo il suo partitino sarà ben piazzato per quanto riguarda il fondamentalismo o la diretta concorrenza ai Talebani, ma Gesù non ha mai chiesto leggi che vietassero qualunque scelta risultasse sgradita all'ex pokerista che si è riciclato nel business dell'omofobia.

Tutto arrabbiato perché Comunione e Liberazione non lo considera il sommo leader dei cattolici nonostante lui si proclami tale, scrive:



Se chi esce da messa ha molte ragioni per non votare Adinolfi dato che ciò lo renderebbe complice delle sue opere, da vomito è il suo sistematico uso propagandistico della religione e il suo proclamarsi «cristianamente ispirato» nelle sue pretese liberticide che paiono più ispirate dai Talebani che da Gesù. E chi l'ha detto che per essere cristiani si debbano torturare i malati terminali, si debba vietare l'amore e si debba garantire che i ragazzini siano resi clienti della mafia? Forse lui, non certo la Bibbia! Ed è del tutto lecito pensare che chi vota Adinolfi non possa essere cristiano.
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