Alessandro Zan è intervenuto sul caso di Luca Morisi e sulla finta morale salviniana


Alessandro Zan è intervenuto sul caso di Luca Morisi e sulla “doppia morale” del partito leghista. Il deputato Pd ha così spiegato:

L’ipocrisia, la paura di essere sè stessi. Il sovranismo reazionario e il patriarcato sono macchine di infelicità. Ma qui ciò che conta è il dato politico. Contro il mio DDL è stata fatta una campagna ideologica. I leghisti hanno presentato 700 emendamenti per bloccare la legge che punisce i crimini d’odio: l’ostruzionismo ora perde di credibilità.

Zan è poi tornato a parlare del deputato leghista contrario alla legge contro i reati d'odio dettati dall'orientamento sessuale della vittima che lui ha visto baciare un altro uomo a Mykonos. E per quanto Salvini faccia finta di non capire, Zan ha ribadito che «quando sei costretto a nasconderti, perché il tuo partito fa battaglie contro la comunità LGBT, non sei libero di esprimerti. Ti devi camuffare da etero se vuoi stare in quel partito. O andare all’estero per dare un bacio al tuo compagno, perché in patria saresti ricattabile». Inoltre non va meglio con ciò che è sotto gli occhi di tutti, dato che i leghisti «fanno battaglie per la famiglia tradizionale poi hanno più famiglie e figli al di fuori del matrimonio. Si vaccinano giustamente per paura di contrarre il Covid e strizzano l’occhio ai No Vax».

Riguardo alla "morale" predicata da Salvini, Zan ha aggiunto:

Dice: “In camera da letto ognuno può fare quello che vuole”. Come dire: vi concediamo la cittadinanza tra le lenzuola, a patto che siate invisibili nella società. È un ridurre la relazione ad un mero fatto sessuale, dimenticando tutta la parte affettiva. Penso che molti leghisti non siano affatto omofobi, anche se non mi spiego perché militino o votino per un partito che ha firmato il documento del presidente ungherese Orban che contiene elementi palesemente discriminatori contro il mondo LGBT.

Ne ha avute anche per Pillon e al suo aver parlato di ‘giustizia divina’ nei confronti di Luca Morisi. Per Zan, quelle sono «frasi orribili, ma che fanno il paio con le parole usate dai leghisti per speculare sulla morte di Stefano Cucchi. Questa è la vera vergogna, non l’orientamento sessuale di Morisi: avere costruito una macchina d’odio».
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