La leghista Pucciarelli ottiene la condanna di chi l'accusa di istigazione all'odio razziale


È il blog "Io Sono Minoranza" a denunciare un fatto che ha dell'incredibile. La leghista Stefania Pucciarelli non solo avrebbe denunciato per diffamazione chi chi osato criticare la sua promozione a Ministro per le pari opportunità nonostante la sistematica retorica anti-migranti, ma avrebbe pure vinto in primo grado. I giudici di Sondrio hanno infatti condannato per lesa padanità alla leghista l'attivista Diego Battistessa, collaboratore di numerose università internazionali, istituti, centri studi e ONG su tematiche legate alla cooperazione internazionale, diritti umani e migrazioni,

Al blog, Battistessa racconta l'accaduto:

L’11 dicembre 2020 sono stato condannato in primo grado, nel tribunale di Sondrio, per diffamazione nei confronti della senatrice della Lega di Salvini, Stefania Pucciarelli. Il motivo della condanna risiede nel contenuto di una petizione da me lanciata su Change.org nel novembre 2018, per chiedere la revoca della nomina di Pucciarelli come presidente delle commissioni diritti umani del Senato. All’epoca la sua nomina per un incarico di quello spessore fece scalpore, visti i trascorsi della senatrice, producendo un coro di proteste riportato da numerose testate nazionali. Per quanto mi riguarda, come professionista della cooperazione internazionale, formatore ma soprattutto attivista e difensore dei diritti umani, ho sentito la necessità di non essere indifferente, parafrasando Gramsci, a quella situazione.

Come noto, ha stupito che ad essere nominata responsabile dei diritti umani sia stata una leghista che, solamente cinque giorni prima della nomina, aveva acclamato l’arrivo delle ruspe in un campo rom. Nel 2017 mise anche un “like” sui social ad un commento che invocava i “forni” per i migranti. Querelata, si difese davanti al giudice disse di non essersi resa conto della gravità di quelle parole perché non aveva letto “in modo approfondito”. Lei fu assolta sulla base di eulla sua ricostruzione dei fatti.

Nella sua petizione, volta a chiedere che la nomina fosse rivista, Battistessa ribadiva semplicemente un parere che pare alquanto condivisibile:

"Finalmente nel campo rom di via Gragnola, a Castelnuovo Magra, sono ritornate le ruspe" diceva 5 giorni fa la neoletta presidente della Commissione dei Diritti Umani di Palazzo Madama, la senatrice leghista Stefania Pucciarelli.
Nel 2017 la senatrice finì nella bufera a causa di un "like" sui social a un commento che invocava i "forni" per i migranti. Per questo fatto fu querelata davanti al giudice disse di non essersi resa conto della gravità di quelle parole che non aveva letto "in modo approfondito". Gli viene contestato il reato di istigazione all'odio razziale.
E' chiaro che questa persona non possieda la caratura morale e umana per poter ricoprire un incarico così importante dal punto di vista simbolico e sociale. Nella precedente legislatura, lo stesso ruolo era stato ricoperto dal parlamentare del Pd Luigi Manconi, sostenitore di numerose battaglie sui diritti civili, da quelle per la verità su Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi e Giulio Regeni, allo ius soli, all'introduzione di una legge sulla tortura.
In questo 2018 si compiono 70 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, dichiarazione che sembra carta straccia nell'Italia di oggi. Pero no vale tutto, non possiamo rimanere impassibili di fronte a fatti di questo tipo. Firmate la petizione, facciamo sentire la nostra voce, non facciamo si che il silenzio dei giusti annichilisca il rumore dei malvagi. Ricordimiaci che se rimaniamo neutrali di fronte ad una ingiustizia, abbiamo scelto il lato degli oppressori.
Firma questa petizione, fai girare il messaggio. L'italia si merita di meglio, in quella commissione deve sere una persona che dia davvero valore all'articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza."

Secondo i giudici, però, quelle opinioni dirette alla leghista delle ruspe avrebbe leso la sua onorabilità. Nella sentenza dichiarano che la Pucciarelli si sente offesa da chi la accusa di istigazione all'odio razziale, lamentando poi che bisognava spiegare che la frase citata non era stata scritta da lei e che lei si era limitata ad apprezzarla con un "like":






All'attivista e difensore dei diritti umani non è stata comminata una pena detentiva e la difesa ottiene la non menzione della condanna nel casellario giudiziario. Ciò nonostante, a carico di Battistessa rimangono da pagare tutte le spese legali del processo e un risarcimento di 500 euro a favore della Pucciarelli.

Lo spiega lui stesso:

La condanna non implica fortunatamente pena detentiva e la giudice ha stabilito la non menzione della stessa nel casellario giudiziario. Rimane però la questione delle ingenti spese legali. È stato stabilito che io debba pagare un risarcimento di 500 euro alla senatrice Pucciarelli, oltre a farmi carico delle spese del suo e del mio avvocato. A questo si sommano le spese per un eventuale appello. Per far fronte ad un esborso di tali proporzioni ho lanciato una raccolta fondi (dove si spiega tutto nei dettagli) chiedendo il supporto di quanti/e solidarizzano con la mia causa e si sentono rappresentati dalla mia battaglia. Ad oggi ho ricevuto l’approvazione, l’affetto e la vicinanza di centinaia di persone che non mi hanno fatto sentire solo, incoraggiandomi e supportando la raccolta fondi.

Forse ora la leghista gongolerà, tutta ecitata all'idea che quella sentenza intimorirà chiunque oserà intralciare la carriera di un esponente della ricchissima élite padana.
Commenti