Pure i giornali leghisti scaricano Morisi, ma paiono voler processare la sua omosessualità più che le sue opere


“Prima gli italiani”, “la famiglia tradizionale”, “scusi, lei spaccia?”. Questa era la comunicazione leghista, propinata agli elettori di estrema destra mentre Salvini si alternava tra le cubiste del Papeete e la sua giovanissima fidanzatina. Ma dato che la figlia del pregiudicato aveva la stessa forma delle bambole con cui Salvini rappresentava le donne durante i suoi comizi, tutto andava bene.

Ora che è venuto fuori che Morisi usava droga durante i suoi festini con rumeni gay, anche la stampa leghista pare incapace di difendere quell'ipocrisia. Ma fa riflettere come sembrino voler puntare più sulla criminalizzazione della presunta omosessualità di Morisi che sulle sua campagne contro gay e migranti:



Se osservare che Pillon ha 50 anni esatti sarebbe un'illazione alla Morisi, curioso è come la propaganda salviniana miri a crocefiggere un loro esponente perché gay pur di difendere la propaganda omofoba e xenofoba che li ha contraddistinti.
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