Provita Onlus da vomito. Contro la pugile trans, titolano: "Uomini che picchiano le donne"


Quando si pensa che Jacopo Coghe e Toni Brandi abbiano già toccato il fondo, i due presidenti di Provita Onlus riescono sempre a dimostrare che loro sono capaci di atti ancora più disgustosi e ripugnanti, come il pubblicare simile schifezze:



L a premessa è ovvia: dato che Jacopo Coghe non accetta l'esistenza delle donne transgender e si diverte a chiamarle "uomini" con lo scopo di offenderli, è davanti ad un incontro di boxe che pensa sia saggio plagiare la propaganda di Silvana De Mari ed inventarsi che quelli sarebbero uomini che picchiano donne al contrario delle conne che vengono picchiate dai loro mariti mentre loro si oppongono alla convenzione di Istanbul.

Negando che per poter competere negli sport femminili una donna trangender deve aver certi livelli di testosterone che garantiscano non abbia alcun vantaggio, è facendo leva sul più becero pregiudizio che Luca Volontè scrive:

Che tipo di uomo vuole combattere contro una donna e massacrarla di pugni e calci? Sicuramente un uomo senza vergogna né etica, almeno dal punto di vista sportivo.
Negli Usa ed in molti altri paesi, infatti, questo tipo di ‘combattimenti’, nello sport, rischiano di diventare la norma, per una forma di “rispetto” nei confronti degli atleti transessuali. Alana McLaughlin, per esempio, ha indossato una maglietta con la scritta "End trans genocide" dopo aver battuto spudoratamente una donna durante il suo primo combattimento ‘MMA al Combat Global’ il 10 settembre a Miami. Il 38enne McLaughlin è stato nelle forze speciali dell'esercito degli Stati Uniti per sei anni e ha scelto la "chirurgia di riassegnazione del sesso" nel 2016. Gli incontri di lotta totale del MMA non vietano ai maschi di combattere contro le donne, a patto che i maschi affermino di non essere uomini.

Ovviamente tutte le persone di cui lui parla al maschile sono donne, ma Volontè ci tiene a far sapere che lui disprezza il prossimo e vuole incitare alla discriminazione. Ed è negando come migliaia di donne transgender vengano uccide che Volonté inizia a vomitare insulti transofobici manco fosse posseduto dallo spirito di Pillon:

McLaughlin sostiene che coloro che lo chiamano imbroglione sono "transfobici", ma in realtà il solo bugiardo nell’intera vicenda è lui. L'ironia di sfoggiare una maglietta con scritto "fine del genocidio trans" mentre si difende la violenza maschile contro le donne è nauseante. Non c'è nessun "genocidio trans".
Ai maschi trans-identificati vengono offerti infiniti privilegi a spese della sicurezza e dei diritti delle donne. Hanno infatti il "diritto" di sottoporsi a chirurgia estetica, prendere ormoni e indossare i vestiti che vogliono. Se vogliono anche competere nello sport, possono farlo con e contro altri uomini e se non sono all'altezza della sfida, allora scelgono di competere, in questo caso massacrare, le atlete donne.

In realtà quelle che lui chiama "maschi-trans" sono le donne trans, come è patetico il suo sostenere che se una donna trans vince è perché è trans e se perde non importa. Non sarà che si vince e si perde come tutti, dato che le possibilità fisiche delle due donne sono scientificamente equiparabili?

Nel combattimento dei giorni scorsi McLaughlin ha usato una presa al collo per battere la 32enne Celine Provost, una combattente chiaramente più abile, che semplicemente non poteva competere con la forza di un uomo.

Falso ovviamente, ma Volonté rincara:

Alana McLaughlin non deve per nulla esser compatito, stiamo infatti parlando di un uomo che ha iniziato ad allenarsi nelle MMA sei mesi fa e a cui è stato permesso di combattere contro una donna che si allena da un decennio e l'ha infine battuta imponendo la sua violenza e la sua forza.

Peccato non dica che Alana McLaughlin ha studiato tecniche di combattimento per anni nell'esercito, dato che prima della transizione era così:



Il fatto che Volonté voglia negare che chi è andato in guerra non sia un novellino la dice lunga sulla sua malafede. E non va meglio quando aggiunge che "questo è un ragazzo che è ben informato sull'attivismo trans e lo sta usando come scusa per comportarsi in modo misogino e perpetrare la violenza contro le donne".
Insomma, pare l'ennesima riprova di come siamo dinnanzi alla derisione del femminicidio da parte di tre maschi omofobi e di estrema destra che fanno pure soldi istigando all'odio con la loro "onlus" nata in seno a Forza Nuova. E poi chiamano pure "libertà di espressione" quei crimini d'odio che la legge definisce come reati.
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