Persino Gianni Alemanno non si capacita dell'assurda condanna di Mimmo Lucano.


Mentre Salvini gioca a fare il forcaiolo, Persino Gianni Alemanno non si capacita dell'assurda condanna di Mimmo Lucano.
L'ex sindaco di Roma, che di certo non è un comunista, si dice basito da quei 13 anni e due mesi che sembrano del tutto fuori luogo dinnanzi ai fatti contestati. Il tutto, peraltro, con il raddoppio della pena chiesta dalla Procura di Locri.

L'esponente di estrema destra dichiara:

Ma una condanna di questo genere può nascere solo da un teorema costruito da magistrati che non capiscono le dinamiche della politica, le difficoltà di amministrare, la tensione che si crea quando si cerca di trasformare un’idea politica (giusta o sbagliata che sia) in un’azione di governo. Tutto questo può e deve essere criticato nella lotta politica, ma non può essere criminalizzato con superficialità nelle aule giudiziarie. Io ne so qualcosa con le mie vicende giudiziarie, anche se a me non è certo stata offerta la solidarietà che oggi viene data a Lucano.

Alemanno ha poi puntato il dito sul giustizialismo di Salvini contro chiunque non sia il suo Morisi (che è un "amico" e dunque ha solo "commesso un errore"):

Io ne so qualcosa con le mie vicende giudiziarie, anche se a me non è certo stata offerta la solidarietà che oggi viene data a Lucano. Ma se si continua a reagire solo quando viene colpito uno della tua parte politica e invece ci si compiace quando tocca a un tuo avversario, questo meccanismo perverso e devastante non sarà mai fermato. Questo vale anche per Salvini che, proprio mentre sta difendendo il suo collaboratore Morisi dal linciaggio mediatico, non riesce a fare a meno di applaudire alla condanna di Lucano. Il garantismo a senso unico è solo l’anticamera della propria auto-distruzione.
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