De Carli continua ad auto-proclamarsi il sommo giudice adinolfiniano della molalità
I vari Simone Pillon, Mario Adinolfi e Mirko De Carli paiono accomunati da alcuni elementi comuni: sono aggressivi, mostrano atteggiamenti violenti e amano insultare gli altri mentre dicono di sentirsi superiore al prossimo. Spesso la loro immoralità e la loro assenza di valori etici viene pure spacciata per fede, incuranti di come la loro diffamazione di Gesù Cristo danneggi la Chiesa dato che solo solo dei talebani potrebbero non provare ribrezzo davanti alla rappresentazione che loro danno di lui e dei Vangeli.
Si pensi anche solo a come loro siano arrivati a dedicare a Dio i ragazzini gay che verranno picchiati a sangue a causa della loro falsa testimonianza: ma davvero pensano che qualcuno possa anche solo lontanamente pensare che Gesù non li avrebbe presi a calci come i sacerdoti nel tempio? E davvero non si accorgono di apparire ridicoli nel dichiararsi "cattolici" mentre sgomitano per lanciare la prima pietra ed elargire condanne etiche e morali contro tutti?
L'insulto quotidiano di De Carli è contro i comunisti, che lui dice non avrebbero morale perché non sono lui, il più morale, il più bello, il più ariano tra gli uomini. Un uomo senza macchia che dedica a Dio ogni sua opera contro i gay, contro le donne e contro il prossimo:
Se potremmo ricordargli che le chiese sono sempre più vuote a causa di gente come lui, gli si potrebbe ricordare che è un po' strano accusi i comunisti di non avere alcuna morale. Tant'è miglia di comunisti hanno fatto il bene in quanto convinti di ciò che facevano, mentre la sua proposizione di "cristianesimo" si fonda sul sostenere che il bene vada fatto unicamente nella misura in cui ci si aspetta un premio divino. Non si fa qualcosa perché è giusto farla, si fa qualcosa perché ci si guadagna.