Fratelli d'Italia attacca il finanziamento dei progetti anti-discriminazione: «Non ci saranno più soldi per noi etero»
L'Oscar ha ripetutamente spiegato che i loro dato sull'incidenza dei reati omotrasfobici non ha alcun senso, dato che l'assenza di una legge che definisca quella tipologia di reato rende impossibile la loro classificazione. Ma dato che l'estrema destra sa bene che una bugia ripetuta ad oltranza viene poi percepita come una verità, Fratelli d'Italia continua a dire che non esisterebbe alcuna omofobia perché l'organizzazione forzanovista Provita Onlus ha suggerito a Carlo Giovanardi di appellarsi a quei dati per negare l'ovvio.
In considerazione di come Giorgia Meloni voglia ingrassare suoi conti esteri promuovendo omofobia, l'organo di stampa ufficiale del suo partito se n'è uscito pubblicando questa porcheria:
Tale Francesca De Ambra scrive:
Sapete quanti sono i casi di discriminazione ai danni di appartenenti alla comunità Lgbtq+ registrati annualmente dall’Oscad, l’Osservatorio istituito presso il ministero dell’Interno? Non più di 26, poco più di due al mese. Era questa l’«emergenza» che il ddl Zan si prefiggeva di combattere. I numeri dicono che è quasi inesistente, eppur tuttavia salatissima per il contribuente. Già, sapete quanto costa un solo reato d’odio alla comunità italiana? Ben 150mila euro. Non stiamo dando i numeri, ma semplicemente dividendo la montagna di euro – quattro milioni – generosamente destinati dal Dipartimento Unar (discriminazioni razziali) di Palazzo Chigi ad una miriade di sigle gay-friendly.
Deciso che loro non vedono omofobia e negano la realtà oggettiva per creare una narrazione propagandistica che possa dipingere Orban come il figlio di Dio, proseguono:
Quattro milioni per un’emergenza che non c’è. L’elenco pubblicato da Libero cita il Gay help line (180mila euro), Spazio aperto servizi coop (168.073), il Movimento omosessuale sardo (100mila), Quore aps (180mila), Caleidos cooperative sociali (180mila), Arcigay (100mila), Onlus I Ken (180mila) e il Circolo Mieli (100mila). Tra gli obiettivi legati ai finanziamenti anche quello di offrire «servizi di alloggio alle persone vittime di discriminazione legata a orientamento sessuale e identità di genere». E qui torniamo all’emergenza che non c’è. Il che autorizza a pensare che “morto un (ddl) Zan, se ne fa un altro” e impiparsene delle decisioni del Parlamento. Ma significa anche distorcere la missione dell’Unar, dipartimento sorto per combattere la discriminazione razziale e ora bancomat per le associazioni gay.
Se basterebbe saper leggere un quotidiano per capire che l'emergenza c'è e che Giorgia Meloni è colpevole di aizzare i violenti alla discriminazione, falso è che non si sia tenuto conto del voto parlamentare dato che ovviamente quel finanziamento è stato votato dalla maggioranza dei parlamentari. Ma si sa, chi 'è di destra non si fa mai problemi a mentire e a dire bugie per mera propaganda. E se quella propaganda può fare del male a dei ragazzini, per loro è ancora meglio.
A quel punto, la signora Francesca De Ambra inzia a scrivere istericamente:
Schiaffo al Parlamento che ha bocciato il ddl Zan. Sgrammaticature intollerabili, e tuttavia utili ad illuminare le reali finalità della giornata contro l’omotransfobia prevista dall’articolo 8 del mai approvato ddl Zan. Era la polpa del provvedimento. Il coinvolgimento delle scuole di ogni ordine e grado significava infatti progetti didattici ad hoc, campagne di sensibilizzazione, consulenze di esperti e soldi, soldi e ancora soldi. Con tali premesse, risulta persino scontata la levata di scudi dell’associazione Pro Vita contro la pioggia di denaro lasciata cadere dall’Unar. Tutto questo, per la cronaca, mentre nella legge di bilancio il Parlamento fatica a trovare le risorse per il sostegno alle famiglie italiane, queste sì veramente discriminate.
Non si contano le volte in cui la signora scrive la parola "Soldi" sapendo che l'egoismo di destra fa sì che i neri seguaci della meloni schiumeranno al pensiero di come quei soldi non siano finiti nelle loro tasse o in quelle dei tanti camorristi che sono stati trovati nel suo partito.
Ovviamente dice che sarebbe colpa dei gay che non si fammi picchiare in silenzio se mancano fondi da destinare ai privilegiati con una o più famiglie tradizionali, peraltro inventandosi teorie folli sul ddl Zan che non si basava certo su una giornata opzionale da organizzare nelle scuole.