Fratelli d'Italia attacca don Nando Ottaviani: «Piace ai gay e critica Pillon, predicando Fedez e non la parola di Dio»


Giorgia Meloni assicura che il vero "cristiano" debba essere omofobo e razzista, debba idolatrare Orban e debba pretendere navi da guerra schierate contro chi salva vite umane nel Mediterraneo. Era dunque prevedibile che i loro canali di propaganda avrebbero avviato una campagna diffamatoria contro Nando Ottaviani, il parroco che non piace a Pillon perché prega per le vittime di odio anziché difendere i loro carnefici.
Ed è così che sulle pagine dell'organo di stampa ufficiale di Fratelli d'Italia hanno pubblicato questa roba qui:



Facendo leva su quell'omofobia che il loro partito ha elevato a fede religiosa, tal Valeria Gelsi scrive:

Sta riscuotendo una certa popolarità sui social e negli ambienti gay il parroco di San Ginese di Compito, frazione di Capannori, in provincia di Lucca, don Nando Ottaviani. Il sacerdote un paio di settimane fa ha annunciato che ogni mercoledì avrebbe detto messa per le vittime dell’omofobia, guadagnandosi così un ritratto ai limiti dello svenevole su Repubblica, che ne ha ricordato anche l’attivismo social e le schermaglie con il senatore Simone Pillon, accusato dal prete di essere «un pover’uomo privo di valori cristiani» per le sue battaglie contro l’approvazione del ddl Zan.

Gli elementi ci sono tutti: la rabbia perché c'è chi prega per le vittime d'odio, la santificazione del leghista Simone Pillon perché abusa dalla religione per giustificare i crimini d'odio e un fittizio collegamento a quelle sinistre che loro accusano di non essere fasciste come gli amici della loro leader.

A quel punto, il giornaletto inizia a far leva su quel fantomatico "gender" che Giorgia meloni dice di non sapere che cosa sia, ma d'altronde spaventare le persone è sempre utile quando si fa spicciola propaganda di stampo populista:

D’altra parte, se lo dice un prete che Pillon non è un buon cristiano, chi può mai contraddirlo? Il punto è, però, che don Nando non si limita a pregare contro l’omofobia e la discriminazione, che, insomma, fa anche parte del suo “mandato”, ma sembra avventurarsi anche sul terreno scivolosissimo della valutazione di merito del gender. Secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, don Nando avrebbe sostenuto non solo che «le famiglie Lgbtq+ guardano alla loro felicità, vogliono essere accettate e non pretendono matrimoni gay, che la Chiesa non farà mai», ma anche che «la teoria gender non esiste, nessuno trasmetterà ai bambini un germe per farli essere gay». Per questo «serve invece sensibilizzare ed educare i giovani all’attenzione e alla gentilezza verso l’altro senza stereotipi, senza etichettare nessuno». Insomma, par di capire, serve una legge come il ddl Zan.
Il Papa, però, ha testualmente detto, nel corso della conversazione con i gesuiti di Bratislava, che «l’ideologia gender è pericolosa», che come le altri ideologie ha «un fascino diabolico» e che per la Chiesa «non ha nulla a che fare con la questione omosessuale», perché «se c’è una coppia omosessuale, noi possiamo fare pastorale con loro, andare avanti nell’incontro con Cristo. Quando parlo dell’ideologia, parlo dell’idea, dell’astrazione per cui tutto è possibile, non della vita concreta delle persone e della loro situazione reale».

E qui ci si dovrebbe domande se la signora Gelsi sappia legge, perché prima insulta il parroco perché sbugiarda le bufale sul "gender" e poi dice che è nel nome id quelle bufale che andrebbe condannato il prete nel nome di Papa Francesco.
Ed è parlando a nome del Papa che la signora Gelsi inizia a dire che bisognerebbe ritenere che l'identità altrui sia una "ideologia" da vietare per legge, in una surreale mistificazione della religione che lei dice sia verità rivelata:

Una precisazione che dovrebbe sgombrare il campo da ogni equivoco, ma che non si ravvisa nelle parole di don Nando Ottaviani riferite da Repubblica, né nella verve con cui si scaglia contro Pillon per la sua strenua battaglia contro il ddl Zan, i cui punti più controversi erano proprio quelli sul gender.

Già, il fantomatico "gender". Quasi vien da piangere per quel povero il Pillon che fa la battaglia al "gender" chiedendo audizioni a Platinette a gente che voleva "curare" i gay dalla loro omosessualità! Ma dato che la destra odia Fedez perché ha criticato i leghisti che invitavano a bruciare nel forno i figli gay, la signora conclude:

Succede così che l’intento meritorio di don Nando di non far sentire nessuno escluso dalla comunità dei cristiani e dalla sua in particolare, finisca per far apparire la parola della Chiesa più simile a quella di Fedez che a quella di Dio, o per lo meno del Papa. E, d’altra parte, sulla sua pagina Facebook, megafono nazionale delle prediche locali, don Nando, tra ripetute icone arcobaleno, si presenta come Nando Ottaviani senza “don”, ma con un “nome d’arte” tra parentesi: Nandez.

Quindi la sua tesi è che sia stato doveroso togliere tutele alle vittime di odio perché a Giogia Meloni sta sulle scatole Fedez e loro dicono che non saprebbero che farsene di una Chiesa che non può essere usata per togliere aggravanti a chi delinque? E davvero la signora Valeria Gelsi ha deciso che il parroco sarebbe una "icona gay" solo perché noi abbiamo riportato le sue parole?



E da quando Gayburg dovrebbe rappresentare tutti i gay? Noi non rappresentiamo proprio nessuno e se la signora vuole sostenere il contrario, dovrebbe quantomeno spiegarci quando mai qualcuno ci avrebbe conferito il diritto di parlare a loro nome. Mica siamo come loro che fanno parlare Salvini a nome di chi non lo ha mai votato e di chi prova solo disistima nei suoi confronti.
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