Il partito di Adinolfi vuole obbligare le studentesse a «coprire le proprie forme per non distrarre i maschi». Tra quanto chiederà il burqa?


Chissà se il partito omofobo di Mario Adinolfi arriverà a chieder che le donne siano obbligate ad indossare in burqa per non distrarre i maschi. Al momento, è per mano della loro Sara Reho che difendono una professoressa che ha messo al bando l'uso del top durante le ore di educazione fisica perché da lei ritenuti abiti discinti.

Le studentesse affermano che «la prof sostiene che le ragazze debbano coprire le proprie forme per non attirare a sé l'attenzione e non distrarre i compagni maschi. Ha poi minacciato di mettere una nota se alle prossime lezioni le ragazze si presenteranno di nuovo con top sportivi, ritenuti dalla prof "inadatti a un contesto scolastico". Troviamo scandaloso e irrispettoso nei nostri confronti che i prof ci costringano a cambiare i nostri vestiti piuttosto che cambiare le mentalità delle altre persone. Viviamo in una città e in una società dove siamo abituate ad avere paura, quando giriamo per strada la sera, quando siamo in un locale e sappiamo che qualcuno solo per come siamo vestite potrebbe pretendere di avere un rapporto con noi, di poterci fischiare o molestare. Con l'iniziativa di oggi abbiamo voluto ribadire che non siamo più disposte ad avere paura, vogliamo rendere sicuro ogni spazio che attraversiamo, a partire dalla scuola per arrivare alle strade e agli spazi della nostra città».

Il partito di Adinolfi dice che «la professoressa ha completamente ragione» e che voglia solo «riportare a scuola della sana disciplina». Ovviamente elargisce i soliti insulti, sostenendo che le proteste delle studentesse sarebbero «vergognose e insensate» prima di affermare che la sicurezza non passerebbe dall'educazione ma da leggi che lei ritiene «restrittive per chi si autodifende». Non è chiaro se voglia poter andare in giro armata e non essere indagata se spara agli uomini che dovessero avvicinarsi troppo a lei, fatto sta che scrive:



Quindi non solo la signora Reho non vuole che si possa esprimere la prioria identità o che si possa sposare chi si ama indipendentemente dal sesso, ma ora pretende pure di imporre come si debbano vestire le altre ragazze. E chissà quale di questi suoi outfit è da lei reputato espressione di disciplina per la ragazza che non deve distrarre i maschi adinolfiniani con il suo corpo...

2 commenti