Mirko De Carli e il suo uso propagandistico della religione
Mirko De Carli dice che lui ringrazia Dio perché i fascisti che invitano il suo capo ai loro festini neonazi saranno risparmiati da aggravanti se commetteranno crimini d'odio. Dice di voler dedicare a Dio anche tutta la sofferenza che lui infliggerà ai bambini che lui vuole provare da una educazione al rispetto. E dice che lui «ha vinto» perché ha reso il mondo meno accogliente per chi è già vittima di quella istigazione alla discriminazione su cui Adinolfi dice di campare.
Ma che differenza c'è tra un Mirko De Carli che offre a Dio la sua omofobia o quei fanatici che esultarono davanti al brutale assassinio di Mattew Shepard presentandosi ai suoi funerali con cartelli in cui ringraziavano Dio per il suo omicidio?
Da sempre la destra ama usare Dio a fini propagandistici, forse confidando su come la religione favorisca la radicalizzazione e, soprattutto, permette di esigere che non si facciano domande. D'altronde, se la Bibbia dice che si deve essere pronti ad uccidere proprio figlio se è Dio a chiederlo, perché mai dovreste porvi domande se Adinolfi vi dice che sarebbe Dio ad esigere la discriminazione altrui mentre vi racconta che ad importare non è tanto il bene che fate ma quale buco vi piace penetrare?
De Carli dice che la sua promozione dell'omofobia sarebbe dedicata a Dio quasi a sottointendere che Dio debba pensarla come lui, ma anche Hitler dichiarava che Dio era con lui...