Ovviamente non è vero che l'Ue vieta di dire «Natale» o di chiamarsi «Maria», ma le destre affossano il rispetto


Salvini e la Meloni stanno già cavalcano l'ennesima bufala creata dalla propaganda populista, sostenendo che la loro odiata Europa voglia cancellare quelle presunte "radici cristiane" che loro usano come "giustificazione" al razzismo, al sessismo e alla discriminazione. Dicono anche che lo avrebbe detto Il Giornale e che loro gli credono ciecamente:



Peccato non sia vero. Innanzi tutto i signori de Il Giornale paiono non sapere il significato della parola divieto, dato che lo usano in riferimento a delle semplici raccomandazioni. In secondo luogo, non paiono aver capito il significato di semplici frasi scritte in inglese, dato che nel documento contestato non viene mai vietato il riferimento al «Natale», ma viene semplicemente suggerito un riferimento più generico alle festività senza che mai venga neppure contestato l'uso della parola «Natale».
Non va meglio con il sostenere che si vogliano discriminare i nomi cristiani, dato la dicitura «Christian name» andrebbe tradotta come «nome del battesimo». In particolare, l'Ue raccomanda di usare la dicitura "nome proprio" dato che non è detto che un cittadino europeo debba essere necessariamente battezzato. Da qui a sostenere che si vogliano vietare i nomi "cristiani" ne passa. Al massimo si suggerisce di non usare «nomi cristiani» nella creazione di esempi: quindi, al posto di dire che “Maria e Giovanni sono una coppia internazionale”, dicono sia preferibile scrivere che “Malika e Giulio sono una coppia internazionale”.

Eppure le polemiche innestate dal fondamentalismo cristiano ha ottenuto il ritiro delle "Union of equality", ossia del documento con le linee guida per la comunicazione interna.
Antonio Tajan ha chiesto siano riscritte «nel rispetto delle radici cristiane dell’Unione europea», invocando una comunicazione strettamente confessionale che discrimini chi ha altre feri religiose. Ed ora esulta: «Grazie anche all’azione di Forza Italia, la Commissione europea ritira le linee guida sul linguaggio inclusivo che chiedevano di togliere riferimenti a feste e a nomi cristiani. Viva il Natale! Viva l’Europa del buonsenso!».

In realtà il Natale non c'entra un tubo, come sottolinea il partito di Adinolfi nel dirsi soddisfatto della discriminazioni che le destre hanno ottenuto:



Insomma, il signor Mirko De Carli è felice perché verrà sottolineato che lui ha un'escrescenza tra le gambe e che lui vuole imporre la sua presunta religione agli altri, sottolineando come quello che lo eccita in tutto ciò è solo la possibilità di discriminare le vittime delle sue efferate campagne omofobe contro la famiglia, contro la popolazione lgbt e contro la dignità die bambini.
Ed è davvero buffo come insulti i gay davanti a regole contro il sessismo, ossia quella violenza sulle donne che il suo capo ama promuovere starnazzando che la donna deve sottomettersi al maschio.
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