Adinolfi elogia i preti no-vax che invitano all'irresponsabilità

Adinolfi dice che i crimini d'odio sarebbero una "libertà di espressione" che va garantita a chi delinque a danno delle vittime delle sue invettive, ma poi afferma che le opinioni altrui sarebbero "attacchi" intollerabili alla sua persona. Ormai divertendosi a insultare qualunque sacerdote osi contestare il suo autoproclamarsi re dei sedicenti "cattolici" no-vax di estrema destra, elogia quel padre Livio che usa la sua radio per promuovere omofobia e negazionismo:

Vantandosi di come le reti di propaganda populista lo aiutano ad abusare della religione a fini di propaganda, si inventa anche il suo solito scontro con Cecchi Paone, sottolineando quel suo vivere di contrapposizioni:

Immancabili sono gli insulti a chi contrasta il suo cercare voti tra i negazionisti no-vax di estrema destra, magari intensatandosi pure il Papa solo dopo essersi dimenticato che il pontefice invita a vaccinarsi. Ed è comico dica che a lui non sta bene ci si possa incazzare con quei menefreghisti che boicottano il contrasto alla pandemia.
Su Twitter si vanta di aver avuto 100 ore per la sua propaganda, sostenendo che l'autodeterminazione dei "cattolici" passerebbe dalla cancellazione dei diritti altrui:

Il riferimento è al suo essere andato in televisione ad equiparare l'autodeterminazione dell'aborto (che non è contagioso verso gli altri) con l'autodeterminazione a non vaccinarsi contro un virus che è contagioso e pericoloso per gli altri.