De Carli ha fatto 62 tamponi, ma dice che bisognerebbe vietarli agli altri


Mirko De Carli ha fatto 62 tamponi, ma dice che lui non tollera che altri possano verificare il proprio stato di salute a tutela dei loro cari e della propria famiglie. Facendo un minestrone tra le code in farmacia e la sua contrarietà alla vendita di tampini che possano essere effettuati a casa col rischio che i malati si curino al posto di andare al lavoro per offrirgli servigi, ordina che Draghi sospenda lo stato di emergenza durante il picco di contagi e che si neghino i contagi vietando i tamponi se non sono stati ordinati dal medico (anche se è un po' difficile pensare che De Carli abbia 62 impegnative in mano). Insistendo nel sostenere che il Covid sarebbe «un'influenza», scrive:



Inizia poi a dire che i tamponi che lui vorrebbe vietare non c'entrano nulla con quelli che hanno creato caos nelle farmacie, asserendo che sarebbe una "follia collettiva" il voler essere certi di non infettare la propria famiglia e di non mandarli in terapia intensiva:



Ed immancabile è il complottismo di chi si inventa che il greenpass che certifica l'avvenuta certificazione sarebbe "uno strumento di controllo sociale" e che il no-vax che vota Adinolfi è fiero di intasare le farmacie facendo tamponi. E lui assicura che si batterà per permettere ai non vaccinati di poter andare negli uffici ad infettare i colleghi:

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