Negli Usa, le leggi contro la sodomia vengono tutt'oggi usate per colpire i cittadini lgbt


Negli Stati Uniti, un uomo ha fatto causa alla Carolina del Sud perché costretto a registrarsi come “molestatore sessuale” dopo essere stato arresto per sodomia nel 2001 con l'accusa di aver fatto sesso consensuale con un altro uomo.
Solamente nel 2003 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato incostituzionali tutte le leggi sulla sodomia ereditate dall'epoca coloniale, ma ancor oggi la Carolina del Sud, il Mississippi e l’Idaho registrano come molestatori sessuali chiunque sia stato condannato per sodomia prima di quella data. Il registro è pubblico e richiede che una persona “riferisca all’ufficio dello sceriffo due volte all’anno e fornisca informazioni dettagliate sulla sua residenza, il suo stato lavorativo e ogni account online, oltre a fornire copie delle sue impronte digitali e del palmo della mano“.
L'uomo chiede che il suo nome venga cancellato dal registro e che nessun altro debba più subire quell'ingiusta discriminazione.
Nonostante la sentenza della Corte, in almeno 16 Stati sono ancora in vigore quelle leggi e ancor oggi la polizia le usa per giustificare le proprie incursioni o per negare la custodia dei bambini ai genitori lgbt.
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