Il partito di Adinolfi e quel loro "noi contro loro"


Le foibe furono una conseguenza del tentativo di assimilazione forzata delle minoranze slave della Venezia Giulia durante il ventennio fascista, ed è imbarazzante vengano strumentalizzate dai sovranisti in una negazione di come fu proprio il nazionalismo ad esserne stato la causa.
Nel 1920, Benito Mussolini dichiarò: «Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani». E fu quella violenza a scatenare altra violenza.

Ovviamente anche il partito di Mario Adinolfi ha cercato di cercare visibilità parlando di foibe, ovviamente preferendo la narrazione di estrema destra:



La banale conclusione del partito di Adinolfi è che le vittime sarebbero state uccise "solo perché italiane, come noi". Peccato che quel voler creare un "noi contro loro" sia ciò su cui il fascismo ha basato la sua propaganda, in quel tentativo di creare costanti contrapposizioni. E fa sorridere che a dirlo si quel tale che va in giro a dire che "loro" non devono potersi sposare come si può sposare lui o che "loro" non devono poter vedere scritto il loro nome sulla tessera dell'autobus come deve essere garantito a lui. Se non si vuol dimenticare qualcosa, bisognerebbe ricordare l'insegnamento che se ne è attratto. Ricordare un evento perché piace ai fascisti e poi dimenticarne le implicazioni rischia di essere un irsuto alle vittime.
Ed è un insulto alla storia il voler negare che molti fascisti italiani furono protagonisti di azioni barbare che portarono ad una controffensiva. Poi si può condannare tutto ciò che si vuole dato che nessuno vuol dare ragione a chi commette degli eccidi, ma ciò non ci legittima a dimenticare parte della storia. Sarebbe quasi come un no-vax pretendesse di paragonarsi alle vittime della segregazione razziale in quanto non vuole assumersi le responsabilità delle sue scelte...

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Nella foto: Partigiana jugoslava che, a soli 17 anni, venne barbaramente seviziata ed impiccata dai nazifascisti l'8 febbraio 1943.
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