Lucio Malan chiede la censura di Sanremo a nome del vescovo Suetta: «È una grave deriva educativa che minaccia i bambini»


Il senatore Lucio Malan (ovviamente di Fratelli d'Italia) lancia una sharia contro Sareremo a nome del vescovo di di Sanremo, sostenendo che il religioso abbia il diritto di imporre cosa si possa dire o fare in quello che parrebbe ritienere il suo feudo:



Con toni rancorosi e al limite del reato di diffamazione aggravata, il vescovo Antonio Suetta scrive:

Una triste apertura del Festival della Canzone Italiana 2022 ha purtroppo confermato la brutta piega, che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso.
La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante.
Il brano presentato, gia nel titolo -Domenica- e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell'uomo.
Non stupisce peraltro che la drammatica povertà artistica ricorra costantemente a mezzi di fortuna per far parlare del personaggio e della manifestazione nel suo complesso.
Indeciso se intervenire o meno, dapprima ho pensato che fosse conveniente non dare ulteriore evidenza a tanto indecoroso scempio, ma poi ho ritenuto che sia più necessario dare voce a tante persone credenti, umili e buone, offese nei valori più cari per protestare contro attacchi continui e ignobili alla fede; ho ritenuto doveroso denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permette situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga; ho ritenuto affermare con chiarezza che non ci si può dichiarare cattolici credenti e poi avvallare ed organizzare simili esibizioni; ho ritenuto infine che sia importante e urgente arginare la grave deriva educativa che minaccia soprattutto i più giovani con l'ostentazione di modelli inadeguati.
Sono consapevole che la mia contestazione troverà scarsa eco nel mondo mediatico dominato dal pensiero unico, ma sono ancora più certo che raggiungerà cuori puliti e coraggiosi, capaci di reagire nella quotidianità della vita ad aggressioni cosi dilaganti e velenose. Soprattutto sono convinto di dover compiere il mio dovere di pastore affinché il popolo cristiano, affidato anche alla mia cura, non patisca scandalo da un silenzio interpretato come indifferenza o, peggio ancora, acquiescenza.
Vero é, come dice il proverbio, che "raglio d'asino non sale al cielo", ma stimo opportuno sollecitare le coscienze ad una seria riflessione e i credenti al dovere della riparazione nella preghiera, nella buona testimonianza della vita e nella coraggiosa denuncia.

Peccato che spesso il peccato sia nell'occhio di chi guarda, motivo per pare un suo problema il fatto che lui si senta offeso dal battesimo. Ed è grave chieda che i politici censurino la libertà di espressione mentre cita a casaccio la propaganda fascista mentre è chiaro voglia imporre il suo "pensiero unico" tirando in ballo pure i bambini. E chissà non possa essere querelato per le gravi offese che ha vomitato contro gli artisti che stanno portando soldi alla sua comunità.

Non va meglio con il senatore Malan, ossia quel tizio che parla di "legge bavaglio" davanti al contrasto ai reati d'odio ed ora invoca bavagli per chi non piace ai prelati che si fanno promotori dell'ultra-destra. Ma dato che siamo uno Stato Laico, la Chiesa può legittimamente esprimersi, come chiunque altro, ma ciò non può sconfinate nella richiesta una lesione ai diritti costituzionali di altri.
Se Malan ha altre aspirazioni, ci sono tanti aerei per Teheran o Kabul...
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