Mario Adinolfi accusa la Consulta di «golpe» se non impedirà il diritto di scelta a chi non è un no-vax

Mario Adinolfi è davvero insopportabile nel suo abuso ideologico delle parole. Contro il ddl Zan ebbe il coraggio di definire «fascistissima» una legge contro i crimini d'odio e contro quella istigazione alla discriminazione che lui afferma sia alla base del suo fatturato. Contro i vaccini si è autoproclamato vittima di «apatheid» giurando non esista differenza tra chi veniva segregato per il colore della pelle o chi non può andare al bar come conseguenza delle sue scelte. Oggi si inventa che accogliere il volere popolare sull'eutanasia sarebbe un «golpe».
Forse l'Ordine dei giornalisti dovrebbe cercare di capire se i suoi tesserati ignorano il significato delle parole o se ci sia del dolo davanti a chi usa in modo inappropriato le parole per ingannare la gente. E non pare andare meglio con la sua teoria per cui il corpo è suo e decide lui quando si parla di vaccini e si mette a repentaglio la vita di altri, ma il corpo è tuo e decide sempre lui quando vuoi scegliere per te stesso senza uccidere nessuno nel suo nome.
Asserendo che lui ha deciso che non si deve dare dignità ai malati perché lui ordina che sia instituito un regole in cui il diritto alla vita sia tramutato in un dovere all'agonia, scrive:

Il fondamentalista promette che lui e il suo 0,6% di elettori tuteleranno le mafie e cercheranno di garantire che i ragazzi entrino in contatto con spacciatori che possano condurli verso droghe più pesanti. Chissà che al suo prossimo convegno non possa essere applaudito dai mafiosi oltre che da quei preti pediofili he si spellavano le mani mentre lui parlava di minorenni.