Massarosa, la consigliera di Fratelli d'Italia si rifiuta di leggere il nome di uno dei deportati ad Auschwitz

In occasione della Giornata della Memoria, uno dopo l'altro i consiglieri comunali di Massarosa si sono alzati e hanno letto il nome di un deportato a Auschwitz, la data di nascita, il luogo e la data di morte. Tutti tranne una: la consigliera di Fratelli d'Italia Michela Dell'Innocenti.
A raccontare l'increscioso episodio sono i gruppi di maggioranza:
Durante il consiglio comunale è stato proiettato in sala del consiglio un video preparato dalla sezione Anpi di Massarosa che trattava in generale delle leggi razziali fasciste e ripercorreva più in particolare la triste vicenda del campo di concentramento provinciale di Bagni di Lucca. In questo campo giunsero 102 ebrei stranieri e italiani rastrellati nelle nostre zone, uno anche nel territorio del comune di Massarosa, precisamente a Compignano, Angelo Samaia di Pisa. Vennero tutti mandati ad Auschwitz e solo in 6 fecero ritorno. Al termine del video come già concordato in conferenza dei capigruppo, ogni consigliere ed assessore a turno si è alzato e ha letto a voce sostenuta il nome di un deportato seguito da data e luogo di nascita e data e luogo di morte. Quando è arrivato il turno della consigliera Dell'Innocenti la stessa alzando lo sguardo dal cellulare ha fatto sapere "io passo".
Il fatto è accaduto nel silenzio di Giorgia Meloni a pochi giorni da due aggressioni antisemite avvenute a Campiglia Marittima e a Firenze, dove due ragazzi di 13 anni sono stati picchiati perché ebrei.
La discepola di Giorgia meloni si è "difesa" sostenendo che «h passato la parola solo perché ero appena arrivata e non avevo idea di cosa si stesse parlando: stanno montando una polemica che non esiste. Io non ho certamente alcun problema a condannare l'orrore delle leggi razziali e a celebrare la Giornata della Memoria. La sinistra invece continua a strumentalizzare questi eventi e a non voler avere un ricordo sereno e condiviso dei drammi del novecento. Veramente una vergogna».
Insomma, la signora dice che è le sue gesta sono colpa di una sinistra che ovviamente si è affrettata ad attaccare sulla pelle dei deportati, in quella abitudine delle destre ad incolpare gli altri per ciò che fanno loro. Un parassi che, peraltro, andava molto di moda proprio durante il nazismo.
Simona Barsotti, sindaca di Massarosa, ha commentato: «Mi sono vergognata per lei, ancor prima che da sindaca, da cittadina e da persona. Avevamo stabilito con tutti i presenti in sala che ognuno di noi, dai consiglieri agli assessori, avrebbe letto nome e cognome, data di deportazione e data di morte di uno dei deportati nei campi di concentramento. Lei non ha neanche alzato gli occhi dal suo cellulare e ha detto "io passo". Siamo rimasti senza parole, la cosa ci ha totalmente sbalorditi. La sua indifferenza è destabilizzante».
Persino il commissario della Lega per la provincia di Lucca, Riccardo Cavirani, ha condannato il gesto: «Sono sconcertato da quanto accaduto in consiglio comunale a Massarosa. Mi auguro che gli amici di Fratelli d'Italia prendano le distanze da questo atteggiamento che condanno senza se e senza ma».