Il cardinale Marx si scusa con le persone queer per la discriminazione subita. Cascioli sbrocca


Il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga, è tornato a scusarsi con le persone lgbt per il dolore causato dalla Chiesa alle persone lgbt.
Dal pulpito della chiesa di San Paolo a Monaco, ha condannato le «ferite sono state causate nelle vite di molte persone» da un clero che ha promosso e predicato omofobia per secoli.
Non è la prima volta che i cattolici tedeschi esprimono, sui temi promossi dalla comunità LGBTQI+, posizioni più progressiste rispetto alla Chiesa di Roma. Un anno fa, ad esempio, molti sacerdoti tedeschi presero posizione contro il divieto di benedire le coppie omosessuali emesso dalla dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Per comprendere l'importanza di queste dichiarazioni basterebbe guardare quanta all'ira che suscitano nei leader della lobby omofobica di estrema destra. Ad esempio, è già nel 2017 che le scuse del cardinale Marx fecero schimare di rabbia il ciellino Riccardo Cascioli:



Nel suo articolo, l'estremista sosteneva che non c'è motivo di chiedere scusa a chi è stato torturati, squartati, ucciso, evirato, impalato o arso vivo in quanto omosessuale. Anzi, dice che bisognerebbe scusarsi con i gay che non vengono discriminati, affrettandosi a promuovere quelle fantomatiche "terapie riparative" che hanno spinto al suicidio innumerevoli adolescenti.

Nel suo articolo, pubblicato su Il Timone e su La Nuova Bussola Quotidiana, Cascioli scriveva:

Eppure non è difficile capire che l’origine di questa storia delle scuse ai gay nasce proprio come tentativo di far passare la cultura omosessualista nella Chiesa. Oggi c’è un ampio settore della Chiesa che, con il pretesto delle scuse per presunte discriminazioni passate, spinge per il riconoscimento delle unioni omosessuali: non l’accoglienza delle singole persone, ma la legittimazione dell’omosessualità in quanto tale.
Invece le scuse bisognerebbe farle sì, ma non ai gay: bisognerebbe farle alle persone con tendenze omosessuali che vivono con disagio la propria condizione e si vedono negata anche dai preti una strada diversa dal perseverare in rapporti contro natura. A coloro che vanno in chiesa per un aiuto e trovano soltanto associazioni Lgbt cristiane, perché preti e vescovi lasciano fuori quelle poche associazioni che si occupano di accompagnare le persone con tali inclinazioni in un percorso rispettoso della persona secondo l’insegnamento della Chiesa.
Bisognerebbe chiedere scusa perché alle persone che cercano una speranza, una liberazione dalla propria condizione, viene offerta soltanto complicità nel male. Bisognerebbe chiedere scusa a tutti i fedeli per aver lasciato che nei seminari e oltre proliferassero presenze ambigue (si ricordi che anche il fenomeno chiamato “pedofilia” in realtà sono in massima parte abusi omosessuali; per aver lasciato che sacerdoti gay diventassero vescovi e si trovassero in posizioni di grande responsabilità nella Chiesa, da dove oggi stanno deviando la coscienza dei fedeli.
Di tutto questo si dovrebbe chiedere scusa e, pentiti, provvedere a tornare sulla retta via. Ma è proprio quel che non si farà: perché quanti hanno in testa di promuovere l’agenda gay nella Chiesa trovano le porte spalancate dai tanti “buoni” che hanno timore di opporsi all’eresia del politicamente corretto.

E davanti al degrado etico e morale di chi accomuna l'omosessualità alla pedofilia, si capisce perché Cascioli sbraitasse come un indemoniato che lui non voleva il ddl Zan, evidentemente temendo che se l'istigazione alla discriminazione fosse diventato reato, lui sarebbe finito in carcere visto ciò che scrive al solo scopo di promuovere odio.
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