Mario Adinolfi insulta i movimenti anti-razzisti perché Will Smith non ha taciuto davanti a chi sfotteva la moglie malata
Mario Adinolfi ha interrotto le sue invettive contro le vittime ucraine per dirsi infastidito dal contrasto al razzismo. Il pretesto è la sua immancabile polemica sul presunto schiaffo che Will Smith avrebbe dato a Chris Rock dopo che quest’ultimo aveva fatto una battuta infelice sulla moglie malata, costretta a radersi la testa a seguito di una grave patrologia.
Evidentemente offeso all'idea che un nero non possa sfottere la moglie malata di un altro nero, Adinolfi inizia a inveire contro chi ha protestato per l'omicidio di George Floyd da parte di un suprematista bianco. E dato che Adinolfi campa sul vittimismo, si inventa pure che Mel Gibson sarebbe sicuramente stato arrestato in quanto fondamentalista cristiano:
Peccato che la storia non si faccia con i "se" e con i "ma", motivo per cui Adinolfi non può sapere cosa avrebbe fatto Mel Gbson se qualcuno avesse insultato sua moglie malata, così come è aberrante irrida George Floyd che nulla disse riguardo alla madre dell'agente che lo ha soffocato a morte.
Ed è così che uno schiaffo diventa «picchiare» qualcuno, con tanto di insulti a chi non è razzista.
Ma mentre Adinolfi fa il finto moralista, un po' surreale è come il suo vice accusi gli altri di essere moralisti. Allargando il tema ad una generalizzare che rischia di giustificare la violenza, scrive:
Curioso è come ad accumularli sia solo la loro prontezza bel puntare il dito sempre contro gli altri.