Adinolfi punta sull'egoismo, promettendo soldi a chi tace davanti alle vittime ucraine


Mario Adinolfi continua a proporre una sua rivisitazione ideologica dell'invasione russa dell'Ucraina. Praticamente partendo dal dal suo presupporre che davanti ad uno stupro bisognerebbe valutare se la donna non se lo sia meritato dato che magari la sua gonna era reputata troppo corta da un qualche falso cristiano, insiste nel sostenere che davanti ad un'invasione armata non conta chi abbia attaccato dato che a lui stanno sulle scatole le vittime.
A suo dire, e mire espansionistiche di Putin e la mancata soggettazione degli ucraini avrebbero portato ad una fantomatica «una guerra civile tra autocrati». E pazienza se una guerra civile dovrebbe essere combattuta sul proprio territorio, mentre qui la Russia ha invaso uno stato sovrano a cui Adinolfi non riconosce il diritto di poter eleggere il presidente he preferiscono con il 70% dei voti. Ovviamente dice che Zelensky sarebbe un «autocrate» perché lo ha deciso lui, contestando il fatto che abbia chiuso i partiti che collaboravano con Mosca dopo che Mosca ha iniziato a bombardare i civili.
Piegando ogni tema alla realtà ideologica che sta costruendo con la sua propaganda, Adinolfi inizia a dire che saremmo in dittatura e che i giornalisti italiani non sarebbero «né liberi né colti» perché non dicono che l'Italia si starebbe macchiando di «atti bellici contro la Russia che saranno pagati dalle famiglie italiane» come sostiene lui.

Ormai intenzionato a cercare voti tra i complottisti dell'ultra destra, Adinolfi inizia negare che la pandemia sia esistita e rilancia le teorie di QAnon sul fatto che si sarebbe trattato di una sperimentazione a cui i no-vax come lui si sarebbero furbescamente sottratti decidendo che i virologi mentirebbero e che la verità si detenuta dalle organizzazioni neofasciste:

La grande sperimentazione di asservimento è stata compiuta con i due anni di pandemia e l’imposizione del green pass per andare a lavorare, ancora in vigore, crimine incostituzionale subito solo dagli italiani in tutto il mondo: “Mica vorrai diffondere il morbo? Piegati o sarai un untore”. Perché era necessaria questa sperimentazione? Perché l’Italia non è considerata finanziariamente affidabile e dunque l’Unione europea, a fronte dei miliardi prestati con il Pnrr, vuole certezze che le politiche antipopolari contro famiglie, lavoratori e pensionati possano essere imposte senza che nessuno fiati.
Concluso il ricatto della pandemia si è riusciti nell’oscenità logico-giuridica di mantenere in piedi l’obbligo di green pass per lavorare e si è aggiunto il ricatto della guerra: ogni sacrificio va silenziosamente subito altrimenti niente pace e occhio che Putin ha l’atomica.

Come un disco rotto, ripete la sua litania sul suo dirsi «vittima di apartheid» dato che non ha potuto andare al bar a cercare di far finire in terapia intensiva gli altri, è raccontando che sia stato ingiusto tutelare la vita che inizia a urlare che le bombe atomiche di Putin avrebbero un qualcosa a che fare con il suo sbraitare che lui era disposto a far morire qualcuno pur di dare libero sfogo ai suoi vizi.

Inizia così a dire che i vaccini sarebbero stato inutili e che preferiva pagare le terapie intensive per le persone a cui lui avrebbe voluto infliggere la morte per risparmiare soldi. Praticamente pare pensarla come Hitler:

Così come con la tripla dose di vaccino (22 euro a boccetta) a quarantacinque milioni di italiani, abbiamo fatto felici due noti marchi Big Pharma con una pioggia di miliardi pescati dalla fiscalità generale. Ingrassano in pochissimi, pagano tutti gli italiani e a loro vengono chiesti ulteriori sacrifici. Spegnere il condizionatore, please.

Precisato che lui non avrebbe voluto contribuire alla sanità pubblica ma avrebbe preteso un costosissimo ricovero se il suo stile di vita no-vax lo avesse dovuto condurre in terapia intensiva a nostre spese (come probabilmente è sempre a nostre spese che dovremo curare i probabili problemi di salute che derivano dal suo peso), inizia a dire che sarebbe colpa di Draghi se la guerra di Putin farà salire l'inflazione:

Un’inflazione al 6.7% di gran lunga motivata dall’ottica bellicista del governo somiglia tanto ai 6 dollari che volevano essere tagliati dai salari degli operai di Lawrence. Che nel 1912 lottarono, scioperarono (anche contro il principale sindacato, padronale come la Cgil di oggi) e alla fine vinsero. Oggi prevale l’abulia, nessuno sembra in grado di opporsi.

Non è chiaro come lui voglia opporsi all'inflazione, ma appare molto chiara la matrice ideologica del suo sostenere che serva nazionalismo come sosteneva quel Mussolini che tanto piace alla stragrande maggioranza dei suoi omofobi elettori:

Eppure le famiglie sono letteralmente devastate da anni di vessazioni, con il tessuto di milioni di piccole imprese familiari che una volta era il vanto dell’economia italiana che oramai sono state messe in ginocchio, pronte a essere inglobate dalla logica ferrea del capitale ai tempi della globalizzazione, unica logica a cui obbedisce Mario Draghi con un disegno lucido che passa tutto attraverso politiche antipopolari da far trangugiare ai vessati.

Dice così che la democrazia avrebbe tradito il nazionalismo di chi dice che i suoi interessi interessi economici valgano più della vita di quegli ucraini che sono stati uccisi per strada con le mani legate da chi potrebbe vendergli gas a basso prezzo. Il male diventa un'occasione di business e la vita può essere sacrificata per profitto:

Gli stessi partiti che ora lo appoggiano chiederanno a Draghi di continuare e il cappio delle politiche antipopolari sarà stretto al collo dei cittadini, definitivamente. Anche per questo come Popolo della Famiglia lavoriamo alla costruzione di un campo vasto di forze politiche non compromesse, con una piattaforma politica popolare che abbia famiglie e imprese familiari al centro degli interventi, con il primo obiettivo della riduzione dell’inflazione su cui occorre agire, altro che incentivi all’auto e armi agli ucraini, altro che blocco del gas, altro che ricatto della pace. Se penso alle famiglie italiane non è che non penso a Bucha, ma Bucha non può diventare strumento pretestuoso di vessazione per cittadini già troppo vessati. Vogliamo il pane, le rose e il condizionatore. Non vogliamo vivere sotto il ricatto della paura, vogliamo un’informazione libera e plurale e no, signor presidente del Consiglio, non accetteremo di compiere ulteriori sacrifici perché ci avete messo in ginocchio e oltre non vi consentiremo di andare.

Quindi Adinofli pensa che i suoi presunti "sacrifici" valgano lo stupro di bambine innocenti? Davvero avrebbe il coraggio di spiegare a sua figlia che babbo vuole aiutare chi stupra le loro coetanee pur di pagar meno il gas che usa per cucinare la trippa?
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