Adinolfi sostiene che Roma dovrebbe compiacere Putin per fare dispetto agli Stati Uniti


A giudicare da come Mario Adinofli senta la necessità di auto-proclamarsi "cristiano" in ogni circostanza, c'è da pensare che nemmeno lui creda a quella opinabile definizione e speri che funzioni la sua teoria sul fatto che una bugia ripetuta all'infinito possa essere percepita come una verità.
Fatto sta che il fondamentalista è tornato a urlare che lui avrebbe deciso che chi non intona l'inno russo mentre i militari del suo amico Putin vengono invitati a stuprare bambine dell'età delle sue figlie significherebbe essere schiavi degli Stati Uniti. Dice che Roma dovrebbe tonare quella che si divertiva a vedere dei leoni che sbranavano i cristiani nell'arena, ovviamente preferendo raccontare una sua rivisitazione della storia in cui lo troviamo a tirare in ballo la "cristianità" in un discorso che serve a chiedere che si taccia davanti ai crimini di Putin per ottenere uno sconto sul suo gas.

Con toni da Umberto Bossi di Roma che mira al campanilismo sovranista, scrive:



E comunque, Roma non ha compito 2275 anni, ma 2774. Quando Dionigi il Piccolo decise il calendario, l'anno zero non esisteva dato che Leonardo Fibonacci non l'aveva ancora imparato dagli Arabi prima id portarlo a Pisa. E così si passò dall'1 a.C. all'1 d.C. senza l'anno che il fondamentalista ha aggiunto di sua iniziativa.
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