Fratelli d'Italia voleva perdere tempo a parlare di «cristianofobia» al Parlamento Europeo
Fratelli d'Italia è tornato a sostenere che l'omofobia non una priorità, perché la vera priorità sarebbe una imprecisata «cristianofobia». Supportati dall'immancabile Il Giornale, il partito di Giorgia Meloni si lamenta che il Parlamento Europeo abbia deciso di non perdere tempo a discutere una menzione sulla persecuzione dei cristiani proposta da Carlo Fidanza, eurodeputato di Fratelli d'Italia-Ecr e co-presidente dell'Intergruppo per la libertà religiosa del Parlamento europeo:
«Le leggi sulla blasfemia sono un'infamia che colpisce molte persone in Pakistan, credenti e non credenti di tutte le fedi religiose. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescente radicalizzazione della società pakistana», ha detto il rappresentante in Europa del partito di Giorgia Meloni. Eppure è proprio quel partito ad aver usato accuse di blasfemia contro i gay pride o a tacere quando il loro alleato Pillon chiese la censura di Sanremo con la medesima accusa.
La delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo ha anche precisato che il loro fine era quello di chiedere una condanna dell'islam, con il loro presidente che ha parlato di "un voto vergognoso, a cui ha largamente contribuito il Pd, che ancora una volta nega la dignità dovuta al genocidio quotidiano dei cristiani in ogni parte del mondo e in nome dell'estremismo relativista finisce per non condannare quello islamista".
Eccitato da chi propone una guerra di religione. Negrini inizia a sostenere che lui ha deciso che gli ucraini sarebbero tutti "nazisti" perché glielo avrebbe detto quel amichetto russi che manda i suoi soldati a stuprare bambine minorenni e che ha fatto rapire migliaia di bambini. E quale sia il nesso tra il suo odio per il popolo ucraino e il suo disprezzo per chi osa avere una religione diversa da quella di Adinolfi (che non pare esattamente quella cristiana) non viene chiarito.