La Lega torna a chiedere la discriminazione degli studenti trans e il divieto alle carriere alias


Se è fastidioso osservare come i leghisti mano ripetere istericamente che l'identità di genere significherebbe essere "maschi che sostengono di sentirsi donna", ancor più fastidioso è il loro sostenere che una ragazza trans vada chiamata al maschile dai professori perché il signor Matteo Montevecchi teme possa "utilizzare bagni e spogliatoi femmili" mentre lui vorrebbe obbligarle a spogliarsi al suo fianco:



Il leghista (già social manager di Pillon) ha presentato una interrogazione contro il rispetto degli studenti trans, praticamente scopiazzando le peggiori teorie dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus. Nel testo scrive: «I dirigenti che attivano le carriere alias sbagliano e bvpassano la legge. La loro è una fuga In eventi ideologica che legittima la teoria della fluidità di genere. Si basa tutto sull'autoprotezione e uno non sarebbe più maschio o femmina sulle base del proprio doto naturale, ma ciò che si sente di essere al momento».
E se non è chiaro su quali basi lui dica che il sesso assegnato alla nascita sarebbe un dato "naturale" in quel loro ricorrere a quella parole come sinonimo di eterosessuale cisgender, Montevecchi omette di dire che per attivare una carriera alias sarebeb comunque necessario un parere medico. Quindi non è vero che lo studente potrebbe "scegliere" il suo genere, ma la scuola verrebbe chiamata a riconoscere la sua natura anche se sgradita ai leghisti.
Fatto sta che l'interrogazione del leghista chiede che le carriere alias siano ritenute legittime «in quanto non contemplate dalle normative vigenti».
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