Adinolfi ha da ridire sul Papa che dà la comunione a Nancy pelosi contro il volere del vescovo di san Francisco


Mario Adinolfi è solito sostenere che l'istigazione alla discriminazione e il commettere reati dettati vada considerata come una "libertà di opinione", quasi volesse sostenere che negate un pestaggio squadrista ad un ragazzino gay fosse un atto da "stato totalitario" che non mostrerebbe "rispetto" verso chi "la pensa diversamente" e pretende leggi che impongano il suo volere agli altri.
Eppure pare apprezzare l'operato dell'arcivescovo Salvatore Cordileone di San Francisco, il quale aveva vietato a Nancy Pelosi di poter ricevere la comunione all'interno della sua arcidiocesi perché ha osato esprimere opinioni s sostegno del diritto di scelta delle donne.

Interessante è osservare come tenti di bollare come come "fake-news" la notizia della Comunione ricevuta da Nancy Pelosi durante la messa del Papa solamente perché il pontefice ha mandato altri preti a distribuire l'eucarestia:



E mentre Adinolfi è impegnato a riconcorrere cavilli per negare che la Chiesa non voglia escludere chi non si conforma al pensiero unico delle frange estremiste, si guarda bene dal parlare di come il Papa abbia invitato a «stare attenti a non cadere nel clericalismo. Il clericalismo è una perversione. Il ministro che si fa clericale, con atteggiamento clericale, ha preso una strada sbagliata. Peggio ancora sono i laici clericalizzati. Stiamo attenti a questa perversione del clericalismo» e ad evitare le «nostalgie» verso le cose di un tempo e a «non cadere nell'indietrismo, che oggi è alla moda». «A volte, come Chiesa, siamo sopraffatti dalla pigrizia e preferiamo restare seduti a contemplare le poche cose sicure che possediamo, invece di alzarci per gettare lo sguardo verso orizzonti nuovi, verso il mare aperto. Siamo spesso incatenati come Pietro nella prigione dell'abitudine , spaventati dai cambiamenti e legati alla catena delle nostre consuetudini. Ma così si scivola nella mediocrità spirituale, si corre il rischio di 'tirare a campare' anche nella vita pastorale, si affievolisce l'entusiasmo della missione e, invece di essere segno di vitalità e di creatività, si finisce per dare un'impressione di tiepidezza e di inerzia».
Si tratta di parole che parrebbero scomunicare l'ideologia delle lobby di estrema destra e il loro elogio ad un riorno al Medioevo, ma pare che dinnanzi a chi indica la luna ci sia chi continua a guardare il dito...
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