Adinolfi sostiene di aver costretto i gay ad «accontentarsi» di unioni che non varrebbero quanto i suoi due matrimoni

Mario Adinolfi parrebbe volersi vantare del suo rappresentare un cancro per la democrazia. Oggi rivendica con orgoglio l'aver calpestato il volere della maggioranza degli italiani, usando sotterfugi per difendere chi delinque per motivi di odio, torturate i malati terminali contro la loro volontà, impedire l'esercizio del referendum sui temi a lui sgraditi e privando i gay dai loro diritti:

Ah, questi gay cattivi che osano rivendicare pari diritti. Una vera offesa al suo battersi per affermare che al maschio eterosessuale bianco andrebbero garantiti privilegi esclusivi derivanti dalle sue pulsioni sessuali. E così inizia dire che le sue due unioni matrimoniali, peraltro definite contro i progetti di Dio da quel Catechismo della Chiesa Cattolica che lui ama citare contro gli altri, varrebbero molto più delle unioni civili perché le lobby integraliste sono riuscite a renderle discriminatorie. Ed ovviamente pare compiacersi del suo fantomatico contributo alla discriminazione di migliaia di famiglie, quasi provasse piacere nell'essere responsabile di odio e sofferenze.
Ovviamente non dice che lui non ha fatto nulla, dato che il suo partitino non è al governo e ogni forma di arretratezza civile pare imputabile principalmente a Lega e Fratelli d'Italia. Al massimo lui ha solo contribuito a creare un clima d'odio fondato sulla sopraffazione del più debole, ma no è una cosa di cui dovrebbe vantarsi.