Aosta Pride: a settembre il primo Pride della Valle d’Aosta


È stata presentata oggi, nella cornice del Salone ducale del Municipio di Aosta, la prima edizione dell’Aosta Pride, che avrà luogo nella seconda metà di settembre. Il ricco calendario di eventi culturali culminerà con la parata di sabato 24 settembre e la festa finale che chiuderà la stagione dei Pride italiani 2022.

«Non ci potrebbe essere data più simbolica di questa per presentare il primo Pride della storia della Valle d’Aosta. La notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 iniziarono i moti di Stonewall, quando le comunità LGBTQIA+, ma non solo, si ribellò a New York ai soprusi della polizia e della mafia e iniziò a richiedere non solo diritti ma anche la dignità della non invisibilizzazione e del diritto di parola.
È proprio in questo spirito che si muove la volontà del primo Pride della Valle d’Aosta, assieme a tutte le associazioni e i collettivi che compongono il Comitato Aosta Pride», ha dichiarato Giulio Gasperini, presidente di Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda.
«Questo Pride vorrà essere un pride di comunità, tanto che lo slogan scelto per questa prima edizione “Foura tceuttə! - Fuori tuttə - Tou.te.s dehors”, significa proprio questo: usciamo tuttə, fuori, gridiamo il nostro bisogno di diritti, di ascolto, chiediamo quel diritto di parola che quasi sempre viene negato e represso.
I diritti civili – prosegue Gasperini – non sono in contrapposizione coi diritti sociali, ma sono strettamente legati, inscindibili. In più, il nostro è un agire intersezionale, termine proposto nel 1989 dall'attivista e giurista statunitense Kimberlé Crenshaw per descrivere la sovrapposizione (o "intersezione") di diverse identità sociali e le relative possibili particolari discriminazioni, oppressioni, o dominazioni».

Ospite della conferenza stampa, è intervenuto anche Marco Giusta, coordinatore di Torino Pride e della piattaforma Piemonte Vda Pride: «È un onore essere qui, oggi è una data simbolica ed è bello ragionare sul parallelo storico e sul tema delle radici storiche dei movimenti valdostani. Il pride è dare visibilità alle “altre storie”, che non vengono raccontate. Il pride le fa esplodere e le rende visibili, nello spazio pubblico. Aosta Pride fa parte di questa piattaforma formata ad ora da 7 pride che si sono messi a sistema dal 2018 e che prova a confrontarsi per trovare parole e richieste comuni e modi per le necessità comuni. I punti del programma ricorrono in tutti i pride: sono punti essenziali. Sarà la prima volta, per Aosta, e sarà fondamentale!».
«Sono contenta di essere qui oggi per ragionare sul primo Aosta Pride ma non solo! –ha dichiarato Clotilde Forcellati– Come Assessora alle politiche sociali con delega alle pari opportunità del Comune di Aosta presiedo la Consulta comunale alla pari opportunità e non discriminazione, che il Comune ha istituito per il bisogno e il piacere di coinvolgere associazione e ordini professionali in un progetto che affronti alcuni temi che un’amministrazione comunale non sempre affronta ma che deve intercettare, comprendere e sostenere. Questo Pride è uno di quei bisogni. Il Pride dimostra che i diritti si sommano in modo aritmetico e non si elidono in modo algebrico: più diritti riconosciamo, più siamo inclusivi, più dimostriamo di essere una società attenta a tutte e tutti. Per questo l’amministrazione, stimolata dall’Associazionismo, ha voluto esserci da subito, vuole esserci durante e vorrà esserci dopo».
«Fare questo annuncio oggi, in questa data –esordisce l’Assessore all’Istruzione, alla cultura e alle politiche giovanili Samuele Tedesco– mi riporta alla mia adolescenza quando cercavo di capire chi fossi, in un mondo che non era così aperto. Sono contento perché questo pride parlerà a tutte e tutti gli adolescenti di oggi, dichiarando che c’è una comunità pronta ad accoglierli. Queste sono battaglie di cui il Comune vuole essere complice. “Venite tutti fuori”, diceva Harvey Milk e per farlo bisogna partire della scuola, dalla cultura. Per questo siamo qui e stiamo strutturando un programma culturale ricco, nel recupero delle radici del movimento LGBTQIA+ in Valle d’Aosta. Lo dico spesso e spesso è noioso: Aosta è varie Aoste, nella sua pluralità, nelle sue varie identità. Noi siamo uniti assieme a rappresentarle».

L'immagine coordinata di Aosta Pride nasce dalla fusione della cultura e della memoria storica locale, rappresentata dalle vestigia del Teatro romano di Aosta, uno dei simboli della città, visto anche in film e serie Tv, fulcro della cultura cittadina per secoli, unita allo stile anni '70, culla della queer culture, esplosa, soprattutto in America, dopo i moti di Stonewall del giugno 1969.
La disco music, il vogueing, i ball, la cultura drag, o le mitiche discoteche come lo Studio 54 di New York: i mitici 70s sono stati gli anni dove iniziò la vera rivoluzione queer. Un ottimo auspicio per dare il via alla rivoluzione queer valdostana.
Commenti