Don Antonello Iapicca torna ad attaccare l'eutanasia tirando in ballo i solito Satana


Se don Antonello Iapicca verrà colto da una gravissima malattia, saremo i primi a batterci perché non gli venga risparmiato un solo momento di dolore. Se lui crede davvero che Dio sia così sadico e malvagio da volere la tortura dei malati terminali, sarà un suo diritto farsi torturare sino a quando non verrà soffocato dalle sue stesse feci.
Ma il problema è che al signor Iapicca non interessa il poter decidere per sé stesso, lui vuole decidere per gli altri. E così si gioca la carta del solito demonio che ama tirare fuori contro chiunque non risulti alienato al pensiero unico della lobby neocatecumenale. Dice che lui ha stabilito che gli altri non hanno il diritto di scegliere, affrettandosi a sostenere che lui deterrebbe il volere di Dio contro l'uomo.

In quel suo consueto uso di parole volutamente inappropriate, inizia a dire che l'eutanasia sarebbe «un'ideologia perversa e satanica» che creerebbe «mostri» e «menti criminali». Ed è citando gli slogan di Gandolfini contro i gay che se ne esce sostenendo che sia in atto una «rivoluzione abominevole, della grande transizione dalla società, della cultura, della persona, della famiglia verso un agghiacciante e tragico trans-umanesimo fluido, senza identità e valore».
Ovviamente non si risparmia neppure dal nominare la povera Eluana Eglaro, accusando il padre che di essere un «assassino» e tra «i peggiori criminali» perché ha osato dare pace ad una ragazza tenuta in stato vegetativo per 17 anni contro il volere di Iapicca.
In tutto questo, il prelato cerca di mescolare le carte in tavola, sostenendo che il rispetto della volontà del malato sarebbe un atto contro i più deboli. Peccato che si tratti di chi decide per sé, motivo per cui appare abbastanza imbarazzante il suo tentare di far credere che qualcuno andrà in giro ad uccidere i malati i salute

Forte del suo sostenere che i crimini dettati dall'odio sarebbero "libertà di espressione", è contro la libertà di scelta altrui che scrive:



Lo ribadiamo. Dato che Iappicca potrà mettere in atto tutto ciò che dice oggi (e che forse non dirà più se sarà lui a trovarsi in certe situazioni), con che diritto vuole impedire agli altri di morire con dignità? Chi lo autorizza a prolungare l'agonia deli malati quasi provasse piacere nella sofferenza?
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