Il leghista Pillon torna a ringhiare contro il doppio cognome

Il leghista Simone Pillon dice che tale Benedetta Barzini vuole avere il cognome di un maschio. E se la signora Barzini potrà tranquillamente dare il cognome del maschio anche ai suo figlia, il leghista si mette ad urlare che se una singola femmina concorda con lui, allora bisognerebbe imporre a tutti le sue pretese da maschio eterosessuale bianco che sogna il dominio sulla donna:

Ovviamente è folle pensare se si trova una donna contraria a qualcosa, allora si può sostenere che "le donne" sarebbero contrarie, così come Pillon sembra incapace di comprendere che il punto fondamentale sia la possibilità di scegliere.
Alquanto surreale è anche la teoria per cui le donne dovrebbero «inventarsi» un cognome dato che sino ad oggi lo hanno ereditato dal padre. Soprattutto se è sulla base di quella sciocchezza che Pillon dice che i maschi eterosessuali leghisti non hanno mai avuto problemi a cancellare il cognome di quelle donne che Salvini amava rappresentare come bambole gonfiabili ai suoi comizi.
Lui ne conclude che il patriarcato sarebbe «una cosa che funzionava» e che il rispetto delle donne sarebbe un «problema in più da gestire».
Insomma, nulla di nuovo dato che Pillon campa da anni sul suo ripetere istericamente che le sue pretese sono da imporre con la forza e che i diritti altrui sono una seccatura agli occhi di chi dice che i crimini d'odio sarebbero "libertà di espressione".
La signora Benedetta Barzini è una ex modella nata il 22 settembre 1943. Figlia di Luigi Barzini e di Giannalisa Gianzana Feltrinelli, vedova di Carlo e madre di Giangiacomo Feltrinelli di cui era anche sorellastra. Femminista negli anni '70, dichiara di essere stata cresciuta due genitori «affettivamente distanti e inaccudenti» che l'avrebbero oggi portata ad essere la testimonial delle campagne contro i diritti delle donne dell'esponente leghista.