Il partito di Adinolfi perde ovunque, ma lui parla di «un partito in salute e in crescita»


Mario Adinolfi sostiene di aver ottenuto enormi risultati le elezioni, anche se le sue parole non parrebbero molto coerenti con le sue proiezioni. Ad esempio, sul suo giornale sostenevano che l'obiettivo fosse quello di rendere Mirko De Carli «il primo sindaco pidieffino d'Italia», ma oggi ci dicono che arrivare ultimi con il 5,72% dei voti debba essere ritenuto un successo.
Si dice soddisfatto del 3% di Alberto Zegler, l'ex leghista che firmo la nota mozione che vieta ogni educazione al rispetto nelle scuole della città, nonostante i voti arrivati al suo partito si attestano allo 0,23% a fronte di altre liste che hanno colmato il rimanente 2,74% di voti. Festeggia anche il risultato ad Averara, omettendo di segnalare che quella percentuale è stata ottenuta con soli 19 voti alla sua lista dato che il totale dei voti validi espressi nell'intero comune sono stati 93 (con il 73,12% dei cittadini ha votato un altro candidato).
Riguardo ai suoi zero viti conquistato a Ventotene, pare da denuncia il suo parlare di "bande" e di "controllo paramafioso" delle altre due liste.



Curiosa è anche la sua teoria per cui esisterebbe un imprecisato «derby» tra lui e Marrazzo, in quel suo collocarsi come il personaggio più anti-gay d'Italia. Ed ovviamente dice che a votarlo sarebbero stati solo i «credenti» in quanto lui si reputa «un soggetto politico di esplicita ispirazione cristiana» che farebbe «una politica cristianamente ispirata».



Il Fabio Annovazzi che viene citato risulta autore di articoli in cui si sostiene che i gay sarebbero «nazisti che vengono a impartire lezioni di democrazia» che starebbero «irretendo i nostri ragazzi più grandicelli con una melodia a senso unico su note che profumano d’inferno».

Dopo le errate previsioni sulle presidenziali francesi che lo videro puntare sulla vittoria di Le Pen perché «io guardo ai numeri e dico che domenica vince lei», Adinolfi ha anche promosticato un suo successo a Jesi:



Con tre quarti dei voti già scrutinati, i numeri sono questi:

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