Luca Volonté sostiene che la prevenzione della violenza contro le donne sia «anticsristiana»


Nonostante la lobby di Riccardo Cascioli non nasconda il suo simpatizzare per l'invasione russa dell'Ucraina, appare surreale abbiano da ridire sul fatto che l'Ucraina non potrà entrare in Europa senza soddisfare i principi della nostra Costituzione. In particolare, loro vorrebbero che fossero dispensati dal rispetto dei diritti dei gay. A sostenerlo è Luca Volontà, considerato un uomo chiave nel transito di rubli da Mosca alle organizzazioni neonaziste di mezza Europa.

In un articolo intitolato "Ucraina, il prezzo per entrare nell’Ue: l’ideologia Lgbt", il signor Volontà dichiara:

Il Parlamento ucraino ha ratificato la Convenzione di Istanbul. Una decisione che ha trasformato in consenso il precedente scetticismo di Danimarca, Olanda e Svezia verso l’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. Da 15 anni la Commissione europea pone come condizione per far parte dell’Ue il riconoscimento dell’ideologia Lgbt, veicolata dalla Convenzione. Esultano élite e lobby internazionali.

Peccato che la Convenzione di Istanbul riguardo la violenza sulle donne. Ed è certamente interessante notare come questa gente sia sempre più incline ad usare i termini coniati dalla propaganda neofascista.

Sostenendo che i partiti vicini Putin non si sarebbero neppure lontanamente di contrastare la violenza gli uomini che picchiano le loro mogli, Volonté dichiara:

La settimana per il destino dell’Ucraina è iniziata lunedì 20 giugno, con l’annuncio del presidente Zelensky che auspicava storici avvenimenti. La Verkhovna Rada, il parlamento monocamerale ucraino, ha ratificato nel tardo pomeriggio del 20 giugno la “Convenzione del Consiglio d’Europa (CoE) sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica”, meglio nota come Convenzione di Istanbul. Su 450 parlamentari, 259 hanno votato a favore, quattro hanno votato contro e 25 si sono astenuti, gli altri erano assenti o ‘banditi’ dal Governo in carica.

Ad essere definiti "banditi" sono i partiti filo-russi che volevano agevolare l'invasione del Paese. Ed è così che inizia a dire che erano le chiese a usare l'omofobia per garantire che i femminicidi potessero proliferare:

Sinora Kiev non aveva ratificato la Convenzione a causa delle proteste delle diverse chiese e di politici conservatori nei confronti del gender e delle tutele previste verso l’ideologia Lgbti presenti nel testo e nelle sue interpretazioni.

Tradotto, le organizzazioni neofasciste contestano il fatto che il testo parli di "genere" e non di "sesso biologico". Ma Volonté pare voler strafare, giurando che:

È ben nota la condizione richiesta dalla Commissione europea, sempre inoltrata con tracotanza negli ultimi 15 anni nei confronti dell’Ucraina: senza un reale riconoscimento dell’ideologia Lgbti, dei “matrimoni gay”, dell’educazione al gender e alla non discriminazione (ovvero privilegi), non ci sarà disco verde. Due studi accademici dimostrano l’ossessione europea e americana per fare dell’Ucraina il primo Paese ortodosso russo (ora ucraino) che abbraccia l’ideologia Lgbti.

Se è aberrante il fatto che la lobby di Cascioli definisca "ideologia" un naturale orientamento sessuale, ancor più patetico è come giuri che non possa entrare in Europa chi non riconoscere i matrimonio egualitario. Come l'Italia.
E non va meglio quando iniziano a sostenere che la tutela delle vittime di discriminazione sarebbe un "privilegio". A detta loro, infatti, i gay sarebbero dei privilegiati a rischiare di essere aggrediti dai fascisti che loro istigano all'osio omofobico.

Volonté afferma così che il contrasto alla violenza sulle donne sarebbe un atto «anticristiana» agli occhi delle lobby finanziate da Mosca, le stesse che portarono al congresso leghista di Verona quel prete ortodosso che chiedeva la depenalizzazione del femminicidio:

La ratifica della Convenzione di Istanbul è un’ulteriore spinta anticristiana, stavolta promossa dall’attore comico e presidente Zelensky, nella tragedia della guerra.

Serve commentare^?
Commenti