Modena. Fratelli d'Italia attacca la curia: «La veglia contro l'omofobia confonde i bambini»


Elisa Rossini, ex candidata di Mario Adinolfi ed ora consigliera di Fratelli d'Italia al Comune di Modena, ha firmato un lungo proclamo volto ad attaccare una Chiesa Cattolica che lei sostiene non sarebbe omofoba quanto il suo partito la vorrebbe. Tirando in ballo le solite polemiche create dal senatore legista Simone Pillon riguardo a fatti avvenuti a chilometri di distanza, scrive:

All’indomani delle immagini della Madonna a seno nudo giunte dal gay pride di Cremona, arriva la notizia di una iniziativa organizzata da una realtà parrocchiale modenese per il superamento dell’omostransfobia finalizzata ad aprire le porte ai gruppi di cristiani LGBT+, così si legge nella lettera del parroco che contiene anche varie citazioni bibliche su cui non mi soffermerò perché non di mia competenza, anche se le affermazioni mi paiono decisamente in contrasto con il Vangelo che certamente non distingue le persone sulla base di quello che accade loro dall’ombelico in giù.

Scopriamo così che la signora Elisa Roissini parrebbe avere la pretesa di dire ai preti come dovrebbero interpretare Vangeli, peraltro sostenendo che lei ritiene che alcune citazioni bibliche siano «decisamente in contrasto con il Vangelo».
Stando a quanto viene riportato nel materiale linkato dal sito della Parrocchia di Gesù Redentore, la citazione contestata dalla consigliera di Fratelli d'Italia sarebbe questo:

“Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (2Cor 3, 17), sarà l’invito che unirà a maggio 2022 tutte le veglie e i culti domenicali per il superamento dell’omotransfobia. Un’esortazione che ci vuol far riscoprire la libertà di un Dio che non imprigiona, che non vuole essere usato come mezzo di divisione e di violenza, che rimette al centro la libertà dell’amore del Padre, qualsiasi sia il nostro colore della pelle, la nostra etnia o il nostro orientamento sessuale.

La signora Roissini parrebbe ritenere «decisamente in contrasto con il Vangelo» quella frase. E non pare andar meglio quando inizia a sostenere l'orientamento sessuale sarebbe "una scelta" nel suo pubblicare un virgolettato di cui noi non troviamo alcuna traccia nel sito della parrocchia o nei siti linkati:

LGBTQ+ significa persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersex, e il + significa in sostanza “tutto ciò che uno sceglie di essere sulla base dell’indirizzo che prende l’attrazione sessuale”; trovarsi davanti un sacerdote della chiesa cattolica che usa questa modalità espressiva è, credo, disorientante, e un tristissimo impoverimento per la società di oggi nella quale la Chiesa è chiamata a dare il proprio originale contributo per l’educazione delle giovani generazioni.

Inserendo il virgolettato contestato dalla consigliera su Google, caso vuole che lei risulti l'unica persona al mondo ad averla scritta:



La consigliera inizia così a sostenere che i gay non chiedano di non essere discriminati, affrettandosi a sostenere che 53 di aggressioni singole, 49 aggressione plurime, 2 omicidi, 5 suicidio indotti e 82 di atti diversi registrati nel solo 2021 sulla base di articoli di cronaca sarebbero un fenomeno che non la preoccupa:

Perché, chiariamo subito, le rivendicazioni del mondo LGBTQ+ non hanno nulla a che vedere con le discriminazioni, che vanno sempre respinte e questo anche se si manifestasse un solo caso in un anno (i numeri riportati nella lettera del parroco sono per questo irrilevanti, oltre che essere tratti da un sito gestito da Arcigay, associazione fortemente impegnata nel portare avanti le rivendicazioni di cui dirò di seguito, quindi da leggere con uno sguardo critico).
Le persone che si riconoscono nella sigla “LGBTQ+” hanno una forte connotazione rivendicativa finalizzata all’imposizione del genere fluido e non binario, superando la distinzione tra genere maschile e femminile, all’affermazione del matrimonio per tutti e, conseguentemente, della genitorialità per tutti con legittimazione piena della fecondazione eterologa tra persone dello stesso sesso e della maternità surrogata (pratiche vietate nel nostro paese).

Insomma, tira in ballo i soliti bambini e inizia a fare confusione tra quello che è l'orientamento sessuale e quella che è l'identità di genere. L'impressione è che voglia usare termini alla moda parlando i "fluidità" davanti a corei che si dicono arrabbiati perché la legge contro l'istigazione all'odio e contro i crimini dettati dall'odio è stata affossata da politici che leggevano la Bibbia come "giustificazione" alla discriminazione.
Opinabile è anche il suo sostenere che bisognerebbe privare alcuni cittadini dal diritto al matrimonio perché lei non vuol possano avere figli, ovviamente tirando in ballo quella GpA che viene usata in prevalenza dagli eterosessuali a fronte del suo dare per scontato che lei riuscirà a tenere i bambini negli orfanotrofi pur di non farli adottare a famiglie gay.
Appare molto discutibile anche il suo sostenere che la tolleranza sarebbe «disorientante, e un tristissimo impoverimento per la società di oggi».

Inizia così a dire che non c'è discriminazione nel vietare agli altri di poter avere i suoi stessi diritti, asserendo:

Tali rivendicazioni sono certamente legittime in forza della nostra Costituzione che rende tutti liberi di manifestare il proprio pensiero, ma non hanno nulla a che vedere con le discriminazioni, che sono sempre da condannare, non per lottare contro l’omobitransfobia (termine, ripeto, con una connotazione fortemente ideologica e rivendicativa), ma per affermare la dignità dell’uomo.
E certamente non è possibile definire “omofobi” tutti coloro che, sempre sul presupposto costituzionale di poter liberamente manifestare il proprio pensiero, si oppongono alle rivendicazioni sopra citate. E’ offensivo nei confronti di queste persone e questo sì discriminatorio quanto si legge nella lettera del parroco che afferma che le convinzioni di coloro che non sposano le rivendicazioni LGBTQ+ sarebbero causate da “pregiudizi radicati nella nostra cultura patriarcale”.

Insomma, lei si sente offesa da chi chiama l'omofobia per nome. Ed ovviamente non stupisce che lei non veda omofobia se la sua premessa è che la discriminazione non vada ritenuta tale. E subito inizia a dire che i "genitori" sarebbero preoccupati che la tolleranza possa rendere gay i loro figli o educarli a non ritenere che l'eterosessualità sia una sorta di nuovo "arianesimo" che debba garantire maggiori privilegi:

Si tratta spesso di genitori preoccupati che ai figli dei quali hanno la responsabilità educativa venga trasmessa una confusione sulla propria identità, che si convincano di poter fluttuare tra una identità omo, etero, trans, bisex, intersex, queer ecc…, che l’unione tra due persone dello stesso sesso sia identica a quella tra due persone di sesso opposto, che i bambini stanno bene anche se messi al mondo per il desiderio di un adulto che per realizzarlo li priva della figura paterna o materna.
Queste sono le preoccupazioni delle persone che il mondo LGBTQ+ definisce “omofobi”.

Inizia così sostenere che l'articolo 29 definirebbe la famiglia come necessariamente eterosessuale, anche se in quell'articolo non c'è scritto di che sesso debbano essere il sesso dei coniugi. E se non si capisce che c'entrino i matrimoni con una veglia contro l'omofobia, la signora inizia a tirare in ballo imprecisate "famiglie in difficoltà" da opporre a chi è vittima di discriminazione:

Nella nostra città ci sono famiglie in difficoltà, piegate da un susseguirsi di crisi, la denatalità sta cancellando intere generazioni e gli anziani sono sempre più numerosi e sempre più soli.
Nessuno ne parla. Alle famiglie (quelle dell’articolo 29 della Costituzione che si vorrebbero cancellate dal nuovo che avanza), si chiedono sacrifici e tanta arte di arrangiarsi e se si azzardano ad affermare che i generi sono due, maschile e femminile, che i bambini non possono essere privati della figura paterna o della figura materna per soddisfare i desideri di un adulto, si prendono pure degli “omofobi”.
E allora tutti al gay pride a vedere sederi al vento, baci alla qualunque, simboli religiosi dileggiati, come del resto è accaduto anche a Modena nel 2019.
Così saremo tutti più felici… O no?

Quindi sarebbe colpa dei gay se gli entro non fanno figli? Lo saprà che tantissimi bambini concepiti da genitori eterosessuali crescono benissimo anche in assenza di una una mamma o di un papà? E a quale Pride avrà mai partecipato se dice di vedere «sederi al vento» in quella solita promozione di stereotipi?
Non è che la consigliera stia basando la sua testimonianza di quella solita fotografia scattata anni fa a Londa che circola da anni sui gruppi omofobi e neofascisti? Perché già nel 2013 veniva usata dall'UCCR per promuovere omofobia contrapponendo i gay alla religione (ma poi si offendono se qualcuno manifesta dissenso da quelle strumentalizzazioni). E quanto scriveva Giuliano Guzzo, autore di numerosi libri anti-gay poi assunto da Maurizio Belpietro, pare molto simile a quanto oggi scrive la consigliera in quella che pare una ripetizione della propaganda decisa da una lobby:



E dato che a Modena ci sono eterosessuali che bestemmiano per strada, chissà se la signora Elisa Roissini chiederà alla curia di vietare di pregare per loro o se quel trattamento è riservato solo alle minoranze che risultano al centro delle invettive del suo partito.
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