Pillon accusa i Pride di «odio» nei confronti di chi si oppone alla pari dignità

Ricorrendo al suo solito vittimismo, il senatore leghista accusa i pride di «odio» nei suoi confronti. Ed è nel tentativo di svilire quelle manifestazioni che lui si affretta a definirle «sfilate», occupandosi poi di irridere anche i singoli partecipanti.
E se non è chiaro come possa dire di vedere odio in quel simpatico manifesto, soprattutto se si considera come al suo "family day" distribuiva cartelli in cui le famiglie gay venivano definite "sbagliate", non dovrebbe stupirsi che si contesti chi ha esultato per aver affossato una legge contro i crimini d'odio dettati dell'orientamento sessuale o dell'identità.
Ovviamente nega ogni omofobia, ripetendo a pappagallo la propaganda delle organizzazioni forzanoviste su fantomatiche "agende" o contro le famiglie altrui:

Non è affascinante che Pillon parli di sé stesso sempre in terza persona? E davvero dice che lui vedrebbe «odio» in un cartello così innocuo dopo aver passato mesi a sostenere che persino i reati d'odio dovessero essere ritenuti "libertà di opinione"?