Provita Onlus lancia la sua campagna contro il diritto di scelta dei malati, mistificando la realtà


Jacopo Coghe promette che lui impedirà ai malati di poter esercitare il loro sacrosanto diritto di scelta, assicurando che l'organizzazione forzanovista Provita Onlus si catterà perché il suo volere venga imposto agli altri contro la loro volontà.
E già si lamenta che la sua organizzazione sarà sentita dalla commissione parlamentare solo per iscritto e non di persona, come avvenuto quando si batté contro la legge per il contrasto ai crimini d'odio. La sua teoria è che «Ognuno di noi non può disporre della propria vita. Questo concetto è ribadito più volte anche dalla Costituzione e noi vorremmo poterne discutere. Vogliamo avere la possibilità di esporre le nostre ragioni e quelle di gran parte degli italiani».
Se non è chiaro dove avrebbe deciso che la Costituzione direbbe che «ognuno di noi non può disporre della propria vita» come diceva di vedere divieti ai matrimoni gay in un articolo che neppure citava il sesso dei coniugi.

L'organizzazione annuncia che per tentare di sabotare il diritto di scelta dei cittadini ricorreranno alle loro solite campagne di disinformazione incentrate su uno slogan palesemente falso: “Maria, 45 anni, disabile. Potrà farsi uccidere. E se fosse tua madre? #noeutanasia”.
Peccato che l'eutanasia non riguardi le persone disabili e che, comunque, il fatto che Coghe dica di voler vedere sua madre soffrire non significa che sua madre non abbia il diritto di poter scegliere sulla sua vita anche contro il volere del figlio.

Il testo di legge prevede che potrà fare richiesta di morte volontaria medicalmente assistita la persona che abbia raggiunto la maggiore età, sia adeguatamente informata, capace di intendere e di volere e di prendere decisioni libere, attuali e consapevoli. Prevede anche che sia stata previamente coinvolta in un percorso di cure palliative al fine di alleviare il suo stato di sofferenza e che le abbia esplicitamente rifiutate.
E fa un po' sorridere che Conghe dica che lui, dopo aver sostenuto che «ognuno di noi non può disporre della propria vita» e che è la liberà di scelta ad innervosirli, tiri fuori la storiella sul fatto che non torturare i malati farebbe risparmiare soldi e quindi sia doveroso impedire il diritto di scelta per spendere di più: «In uno studio in Canada –sostiene Coghe– è stato dimostrato che la pratica del suicidio assistito fa risparmiare milioni di dollari alla sanità e allora qualche dubbio ci viene: magari vengono approvate le leggi per far risparmiare uno Stato perché sappiamo che un malato costa, le cure palliative e i posti letto per un’azienda sanitaria costano».
Ma anche questa sua teoria non regge. Perché chi vorrà andare in un hospice o chi chiederà di essere mantenuto in vita sino a quando non verrà soffocato dalle proprie feci potrà farlo. Ma forse no9n vogliono dire che il loro problema è che a loro non sta bene che qualcuno possa fare scelte che contrastino con ciò che loro vorrebbero imporre forzatamente ai malati.
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