Provita Onlus: «Salvini tenga fede ai nostri accordi e revochi patrocinio al Pride concesso da Regione Umbria»


Jacopo Coghe è furioso perché Regione Umbria concederà un patrocinio al Pride, anche se pare molto grave sostenga che Matteo Salvini dovrebbe rispondere alle lobby integraliste finanziate da Mosca anziché agli elettori.
Inventandosi che i pride riguarderebbero la GpA o che un genitore leghista dovrebbe pretendere di poter corrompere i propri figli alla discriminazione, è praticamente concatenando i soliti slogan della propaganda che dichiara:

Concedendo il patrocinio della Regione Umbria e un finanziamento pubblico al gay pride di Perugia, che promuove anche l’utero in affitto, l’ideologia gender nelle scuole, asterischi nella grammatica e il liberticida Ddl Zan, la presidente Tesei ha tradito il patto elettorale con le famiglie sottoscritto pubblicamente il 17 ottobre 2019. Un cedimento politico vergognoso, che obbliga a chiedersi se la Lega preferisce lisciare il pelo alla potente Lobby Lgbt piuttosto che difendere i diritti educativi delle mamme e dei papà umbri e la dignità delle donne sfruttate per l’utero in affitto, che Papa Francesco ha definito “inumano” la settimana scorsa. Chiediamo a Matteo Salvini di chiarire con urgenza la linea di partito e intervenire per l’immediato ritiro del patrocinio.

Ovviamente la Tesei non ha sottoscritto alcun contratto con le famiglie, ma quello è solo il vergognoso nome scelto da Coghe per un contratto siglato Lege e Provita Onlus in cui lui si è autoproclamato rappresentante delle "famiglie" nonostante nessuno lo avesse nominato tale. Ed è ancor peggio il suo voler contrapporre la famiglia ai gay, dato che i gay sono nati in una famiglia dato che non nascono sotto i cavoli come parrebbe teorizzare lui. Non merita poi commenti il suo sostenere che il contrasto ai reati d'odio sarebbe "liberticida".
Sinceramente non si capisce che c'entri il Papa con le azioni si una Regione, come non si capisce che centri l'opinione di uno stato estero sulla GpA con un pride che riguarda i diritti della comunità lgbt.

Curioso è anche come chiedano a quel loro Matteo Salvini che patrocinò il loro raduno omofobo di Verona di togliere pari diritti a chi chiede uguaglianza al posto di promuovere la discriminazione. Lo sapranno che il capo di un partito non ha alcun diritto di calpestare il voto espresso da una regione? Oppure Coghe pensa di essere in dittatura dove il padano può dettare legge perché i russi gli hanno pagato un biglietto per Mosca?

Ovviamente Coghe non dice che il patrocinio della regione è di soli duemila euro.
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