Lei si chiamava Camilla

Camilla Bertolotti viveva a Montebello di Ceparana dove, per quattro anni, è stata proprietaria di un negozio di parrucchieri. Viveva sola, da tempo, dopo aver perso i genitori. Lo scorso anno si era trasferita ad Albiano Magra dopo che la sua casa era andata misteriosamente a fuoco. Gli abitanti del borgo avevano messo in atto una raccolta fondi per aiutarla. Da qualche mese aveva ritrovato lavoro come parrucchiera in un negozio di La Spezia.
Domenica mattina è stata ritrovata senza vita nei pressi del torrente Parmignola, al confine tra Liguria e Toscana. Aveva 43 anni. Al momento sono in corso le indagini, ma c’è un sospettato.
Costretta a subire violenza psicologica e discriminazione sociale per la sua identità, aveva dovuto affrontare difficoltà nell’accedere alle cure ormonali o asbrigare la burocrazia necessaria per cambiare i documenti. Le hanno anche tolto la patria podestà sui suo figli a seguito del percorso di transizione.
Si chiamava Camilla. È stata brutalmente ammazzata. Per Il Corriere della Sera la vittime era «la trans 43enne Carlo Bortolotti»:

Ha fatto peggio l'Ansa, scrivendo:

Oppure Rai News:

Oppure Leggo:

Infierendo sul suo cadavere, la stampa italiana ha riportato la notizia dell’omicidio di Camilla patlrlandone al maschile o riferendosi a lei con il nome che Camilla aveva ricevuto alla nascita e che lei si era faticosamente lasciata alle spalle per vivere finalmente la sua vita.
Il Corriere della Sera pare anche teorizzare che una donna trans non possa che essere una prostituta. Parlando di Camilla Bertolotti e di Nevila Pjetri, scrivono:

Indipendentemente da come entrambi meritano dignità e rispetto, solo Nevila era una prostituta: Camilla no. Era UNA parrucchierA.
Ed è indecente che le due vittime vengano apostrofate in maniera denigratoria mentre il loro carnefice viene mostrato in una bella foto che lo ritrae tutto sorridente con il suo cane.