Adinolfi continua a dirsi vittima di «dittature» mentre non fa altro che dire e fare tutto ciò che vuole

Dopo aver sostenuto l'esistenza di una «dittatura del pensiero unico», una «dittatura della lobby gay» e una «dittatura sanitaria», ora Mario Adinolfi racconta di essere andato in televisione a sostenere che esisterebbe pure una «dittatura estetica».
Proponendosi come quello che si ritiene investito del diritto di poter dire agli altri come dovrebbero vivere le loro vite, non si è risparmiato dal suo elargire slogan da giornaletto per adolescenti. E neppure ci ha spiegato una cosa: se davvero esistessero tutte quelle «dittature», com'è possibile che lui sia sempre libero di dire e fare tutto ciò che vuole?
Nessuno lo ha costretto a vaccinarsi al pari di come lui vorrebbe costringere le donne al parto; nessuno gli ha detto che non poteva riposarsi a Las Vegas come lui pretende sia vietato ai gay e nessuno lo costringe a rinunciare alle protezioni di quella Legge Reale-Mancino che lui non tollera possa essere estesa alle sue vittime. E persino in tema estetico nessuno gli vieta di andare in televisione a mostrare sempre la tessa maglietta.
Ciononostante, lui scrive:

Ed ovviamente i suoi proseliti non paiono avere dubbi riguardo al fatto che il loro leader intendesse insultare qualcuno:

Ci faccia capire. Basterebbe non rifarsi le labbra e si diventerebbe intelligenti? E perché chi non sa recitare a memoria un libro dovrebbe essere automaticamente considerato stupido? Ma, soprattutto, chi ha deciso che Adinolfi sia colui che ha il potere di decidere che cosa sia il "male"?