De Carli vede un nesso tra la guerra in Ucraina e il suo disinteresse per i diritti degli animali


Mirko De Carli, in qualità di esponente del partito di Mario Adinolfi, appare surreale mentre tenta di in ballo la guerra in Ucraina per giustificare il suo disinteresse nei confronti di tutti quei cani e gatti che rischiano di morire di infarto perché lui si diverte scoppiare i botti.
Sarà pure che il benaltrismo appare praticamente come una religione per tutti i partiti di estrema destra, ma pare davvero difficile comprendere cosa dovrebbe c'entrare l'invasione russa dell'Ucraina con i diritti degli animali. E se lui sostiene che il conflitto e la crisi economica dovrebbero limitare le nostre azioni, perché non inveisce contro chi sperpera denaro per scoppiare botti mentre c'è chi non arriva alla fine del mese?

Fatto sta che De Carli scrive:



La sua idea di "normalità" contempla il maltrattamento degli animali? Oppure contempla le teorie di Fusaro, rilanciate dal suo capo, in cui si chiede il carcere per chi non è negaziosta quanto loro?



Quindi ci faccia capire: la pandemia servirebbe ad imporre uno stato "autoritario" ma poi è Adinolfi a chiedere leggi autoritarie contro aborto, matrimoni, adozioni, cure sanitarie, diritti dei malati e cannabis?
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