I no-vax come Pillon: «Maglia arcobaleno è simbolo satanico a sostegno della perversione sessuale»


Dopo Pillon, anche i neofascisti del sito Greenpass News hanno deciso di inneggiare ai sette rugbisti australiani che si sono rifiutati di indossare una maglia arcobaleno a sostegno dell'inclusione nello sport. E lo hanno fatto con toni a dir poco inaccettabili attraverso un articolo dal titolo: "LGBT è un culto dell’obedienza che ha infettato gli sport professionistici. I giocatori devono indossare simboli di perversione per partecipare".

Trattandosi di no-vax, forse non dovrebbe stupirci il fatto che i "signori" di Greenpass News iniziano ad inventarsi false notizie, parlando di fantomatici "boicottaggi" da parte di omofobi che loro sostengono sarebbero veri "uomini" in quanto omofobi:

Alcuni uomini moderni finalmente lo sono essendo uomini prendendo effettivamente posizione contro l’assalto LGBT. Secondo quanto riferito, sette giocatori di una squadra della National Rugby League (NRL) australiana stanno boicottando una partita chiave del campionato questa settimana a causa della decisione della squadra di costringerli a indossare una maglia del “gay pride” con l'”arcobaleno” LGBT.

In realtà non era una maglietta del Pride, ma per l'inclusione nello sport. Ed ovviamente nemmeno quei sette omofobi sono così stupidi da aver deciso di "boicottare" la propria società come sostengono i no-vax. Eppure loro insistono, inventandosi falsamente che la maglia non verrà più usata:

La squadra avrebbe dovuto giocare con la maglia una tantum contro i Sydney Roosters, cioè fino a quando Josh Aloiai, Jason Saab, Christian Tuipulotu, Josh Schuster, Haumole Olakau’atu, Tolu Koula e Toafofoa Sipley hanno deciso di unirsi e boicottare la maglia.
La partita è fondamentale che deciderà le possibilità del club di raggiungere le finali della NRL, quindi per questi uomini coraggiosi lo facciano insieme – e sì, questo è un vero esempio di sbalorditivo e coraggioso – rappresenta un grande sacrificio e richiede una forte convinzione.

Sempre dicendo cose a caso e ostentando il proprio odio, iniziano a urlare che loro non vogliono che le persone transgender possano partecipare allo sport:

Nel frattempo, negli Stati Uniti, i membri del Congresso simpatizzanti LGBT stanno spingendo il cosiddetto “Equality Act”, che costringerebbe le squadre sportive scolastiche ad accettare atleti “transgender” che vogliono giocare con la squadra sbagliata.

E se l'allenatore della squadra si è pubblicamente scusato per l'atteggiamento dei sette giocatori omofobi, i no-vax si inventano che l'allenatore li avrebbe elogiati:

Hasler è coraggiosamente solidale con i resistori LGBT della sua squadra Secondo l’allenatore dei Manly Sea Eagles Des Hasler, i giocatori non sono mai stati consultati sulla maglia dell’orgoglio, il che li ha colti di sorpresa. Obiettando per motivi religiosi e culturali, i suddetti sette uomini rifiutano di essere marchiati con la forza orgoglio – e complimenti a loro per aver avuto il coraggio di farlo, soprattutto nel clima politico di oggi.

A quel punto, i no-vax iniziano a strillare che i gay dovrebbero farsi discriminare in silenzio da chi dice che sarebbero dei "pervertiti" e dei "satanisti":

Come al solito, il culto dell'”arcobaleno” è saltato direttamente nella narrativa del vittimismo, definendo i giocatori “omofobi” per aver rifiutato di essere costretti a indossare simboli satanici a sostegno della perversione sessuale.

Chissà se Josh Aloiai, Jason Saab, Christian Tuipulotu, Josh Schuster, Haumole Olakau’atu, Tolu Koula e Toafofoa Sipley saranno orgogliosi di apprendere come il loro gesto sia usato dai gruppi neofascisti per promuovere odio. E dato che dicono di averlo fatto per motivi "religiosi", vedremo come Dio giudicherà il loro contributo all'odio.
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