Il battaglione Unicorni: gay in divisa in prima linea contro l'invasione di Putin


È il Corriere a raccontare la storia di alcuni militari gay che stanno difendendo l'Ucraina dall'invasione russa. Ad esempio, c'è Daniel, che ha 28 anni che ha fatto il paramedico nell’esercito dal 2015 al 2018. Richiamato in servizio, ha deciso di non nascondersi più: «Sono gay e ho un compagno che è anche lui militare, in marina, che ora si trova negli Stati Uniti per l’addestramento. Non vedo l’ora di riabbracciarlo. Forse è perché sono cresciuto in orfanotrofio, dunque sono abituato alla condivisione. Certo non è facile dirlo apertamente in un ambiente maschile come quello militare. Ma mi sono accorto che comportandomi in modo sincero anche le persone meno tolleranti alla fine si lasciano andare, tanto più se ti vedono combattere al loro fianco tutti i giorni».
Anche Alexander, 23 anni, è gay e ha deciso di dichiararsi: «Penso che ci sia un gran cambiamento in atto. Soprattutto da quando combattiamo contro il regime di Putin che è omofobico per eccellenza, c’è molta più tolleranza nei nostri confronti. Non capisco perché io debba nascondermi, tanto più che il mio orientamento sessuale non rappresenta una colpa e faccio il mio lavoro esattamente come gli altri».
Loro e altri militari gay hanno deciso «di unirci e di far sentire la nostra voce sui social network» dando vita al battaglione degli Unicorni: «Il nostro modello di società è inclusivo, certo è un’utopia pensare di essere tutti considerati uguali. Ci sono ancora delle resistenze ma, di base, in Ucraina le persone lgbt non sono più discriminate come avveniva solo dieci anni fa. E di sicuro viviamo in paradiso rispetto alla Russia di Putin», dichiara Daniel.
Gli unicorni hanno anche partecipato alla raccolta firme per chiede la legalizzazione del matroimonio egualitario: «Abbiamo raggiunto più di 28 mila adesioni, il che significa che il presidente ora ha 10 giorni per risponderci. E siamo sicuri che qualcosa inizierà a muoversi», dicono.
Secondo un sondaggio condotto dall’istituto internazionale di sociologia di Kiev, negli ultimi sei anni il numero di persone che hanno una «visione negativa» della comunità lgbt è diminuito dal 60,4% al 38,2%.

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