Il ministero esclude dal concorso della Polizia “chi ha disturbi di identità di genere”


È polemica per il testo bando pubblicato dal ministero dell'Interno con cui si cercano 1.381 nuovi agenti di polizia. Nelle sette pagine del "regolamento concernente i requisiti di idoneità fisica, psichica e attitudinale di cui devono essere in possesso i candidati ai concorsi per l’accesso ai ruoli del personale della Polizia di Stato", viene dichiarato che gli aspiranti agenti non possono avere tatuaggi o il loro corpo deve essere "armonioso e bello" e privo di imperfezioni deturpanti. Si afferma poi che anche la salute loro mentale e psichica debba essere priva di disturbi, ma è tra psicopatologie che escludono in automatico i candidati dal concorso che si trovano elencate “schizofrenia, disturbi dell’umore attuali o pregressi, disturbi dissociativi attuali o pregressi, disturbi d’ansia attuali o pregressi, disturbi somatoformi, disturbi da tic, disturbi della condotta alimentare attuali o pregressi, disturbi sessuali e disturbi dell’identità di genere, attuali o pregressi”.
Quasi come il testo fosse stato scritto da Pillon, l'identificarsi in un genere diverso da quello biologico viene ritenuto una sorta malattia messa sullo stesso piano della schizofrenia.
A scoprire quel dettaglio è stato un aspirante poliziotto, il quale ha provato un profondo senso di umiliazione per quelle parole ec ha deciso di rivolgersi all’avvocato Gian Maria Mosca, il quale presentato un’istanza alla ministra Luciana Lamorgese e al capo della polizia Lamberto Giannini, chiedendo la revoca della dicitura.
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